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Il beato Formigoni da Lecco

Creato il 29 maggio 2012 da Albertocapece

Il beato Formigoni da LeccoForse anticipo i tempi, ma credo non si possa più eludere il tema: è arrivato il momento di lanciare il processo di beatificazione di Formigoni. La nuova chiesa delle camarille e dello Ior ha bisogno di elevare all’onore degli altari il suo primo martire rappresentativo, il beato Roberto da Lecco (e non diciamo cosa), sbranato dall’infame moralismo laicista, fucilato sulla via dei Caraibi. Del resto i miracoli sono evidenti e non ci sono avvocati del diavolo che tengano. Miracoli pesanti, mica solo la moltiplicazione degli incarichi e delle camicie hawaiane: basti pensare al fatto che lui, titolare di un reddito intorno 100 mila euro all’anno,  è stato in grado di dare al suo coinquilino Alberto Perego 1milione e 100 mila euro per l’acquisto di una villa in Sardegna, passargli in quattro anni 350 mila euro, svacanzarlo in barca con noleggi per 144 mila euro e trascinarlo per alberghi di grandissimo lusso non so quante volte. No, cari fedeli, la voce che Formigoni è resort, non è una leggenda.

Ma anche se non ci fossero questi prodigi la nuova chiesa, il nuovo mondo cattolico, ha pur bisogno di colmare un vuoto, la mancanza di un santo protettore dell’ipocrisia. E certo non solo quella coltivata con tanta santissima pervicacia dal beato sculettante su you tube, ma quella generale grazie alla quale il Perego viene definito su tutti i media “coinquilino” di Formigoni, come se la situazione non fosse chiara anche senza bisogno di prove materiali di confricazioni casalinghe o vacanziere. Per carità mica è questo lo scandalo, tanto più che i coinquilini illustri mica sono una rarità, basti pensare a Milanese e Tremonti,  lo scandalo è che questi devoti di bronzo assentono con soavi sorrisi alle incredibili tesi chiesastiche sull’omosessualità e pure agli sguaiati cachinni di vescovi emeriti contro il mondo gay. Sparate assurde e cieche che lasciano  il posto a un composto silenzio quando qualcuno di questi “malati” opera la moltiplicazione dei soldi. Che si sa fanno comodo anche per interporlo tra le carni e il cilicio o anche per riempire le teste vuote e le casse delle cliniche private.

Si, ci vuole proprio il beato Formigoni da Lecco e magari anche l’ordine dei Fatemalefratelli con tanto di conventi nei migliori porti turistici per fare la questua. C’è chi potrebbe obiettare che è inopportuno e comunque inedito beatificare qualcuno ancora in vita ancorché abbia le mani così bucate da far credere alle stimmate. Ma per il beato Formigoni si può fare un’eccezione: in fondo è dal ’95, da quando è stato eletto presidente della Lombardia, che è passato a miglior vita.


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