Dopo il suo articolo sul Wall Street Journal che denunciava le irregolarità del FFP, ora ha iniziato la causa. Pensa che questa sua mossa sarà sufficiente a far ricredere l’Uefa sulla sua posizione?
E’ un dibattito complesso e premetto che rispetto l’Uefa che è un’organizzazione seria. Sono convinto che questa organizzazione sia dell’avviso di apportare alcuni cambiamenti alla norma se arriverà alla conclusione che essi sono giuridicamente giustificati.
Secondo lei ci sono maniere più eque di raggiungere una libera ed equanime concorrenza?
Secondo la maggior parte degli economisti che si sono disimpegnati sulla questione si: una maggiore suddivisione dei ricavi dei club a livello nazionale e internazionale. Con questo non dico che bisogna farlo per forza, ma se vogliamo andare verso un maggiore equilibrio sportivo e finanziario questo penso sia il mezzo più efficace e proporzionato per raggiungere l’obiettivo
Che ne pensa della disparità, invece, a livello fiscale e legale nelle varie nazioni che, in ogni caso, crea differenze tra i club in Europa?
Gli stati membri dell’unione restano sovrani in materia fiscale. Questo è quindi un fatto con il quale bisogna convivere
Il ricorso contro il Fair Play è stato promosso da un agente. Possiamo per caso leggere in questo una certa “timidezza” verso l’Uefa?
La regola Uefa ha praticamente avuto come risultato il ridurre notevolmente i ricavi degli agenti. E’ dunque naturale che alcuni di loro siano scontenti e abbiano inteso di aprire il dibattito.
Quali altre zone grigie vede nel calcio da affrontare per liberarlo dalle pressioni esterne che alterano la competizione?
Non ho risposta a questa domanda.