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Il bello della crisi

Creato il 20 giugno 2014 da Chandy
Rieccomi sul blog, sono assente da tanto ma solo da un paio di giorni ho potuto prendere una pausa. Sono stata assorbita da un vortice colorato che mi ha risucchiata in una meditazione continua e impegnativa. Ho preparato delle bomboniere mandaliche per un matrimonio speciale, vi posterò le foto la prossima volta perché gli invitati non le hanno ancora viste.
Qui ho scritto il riassunto dell'ultimo mese,  la tessitura mi ha assorbita tantissimo e ancora mi stupisco di come ogni giorno essa continui a scegliermi, le cose continuano ad accadere senza che io interferisca più di tanto, è meraviglioso abbandonarsi ancora a questo flusso continuo.
Cerco di insegnare questa arte solo a chi ci tiene veramente, o almeno di trasmetterne il vero significato e utilizzo, mi dispiacerebbe se questi simboli sacri venissero fraintesi o utilizzati male. Certo è che poi alla fine ciascuno fa ciò che vuole ma è il minimo che possa fare, come segno di rispetto. Mi rendo conto che questa paura è comune ad altre mie "colleghe" e in parte capisco quella ragazza che all'epoca non volle insegnarmi. Sono simboli molto potenti e, avendo lavorato per molti anni con l'energia, me ne rendo conto sempre di più. Mi sento come La Maga delle Spezie un libro che ho letto parecchi anni fa. Ci sono momenti in cui sento quasi i gomitoli bisbigliare e continuano a farlo quando prendono forma, inviano dei messaggi, o degli avvertimenti.
Il bello della crisi
 Quest'arte sembra cucita su misura per me, è il mio modo personale per canalizzare quell'eccessiva empatia che in passato mi ha fatto anche soffrire, quella sensibilità sottile che permette di "vedere" oltre, anche se non è sempre piacevole. I manufatti diventano a volte dei piccoli oracoli ma questo non mi stupisce, con i tarocchi avviene lo stesso e spesso e volentieri  i "responsi" si integrano e mi danno una visione completa delle cose. Dopotutto noi donne, siamo tutte un po' streghe, no?
Il bello della crisi
Lo scrivevo anche su facebook (una piattaforma che inizio a detestare, se devo essere sincera -ma mi aiuta tantissimo per i mercatini-), stare qui nel Salento non è poi così male, almeno in questo periodo dell'anno. Certo, si pensa, dal di fuori, che viviamo in una sorta di Paradiso Terrestre ma la vita è molto dura anche se forse in tempi di crisi ci giostriamo meglio che in altri luoghi in cui la vita è più cara e gli stipendi non sono quelli di una volta, o addirittura assenti... tanto per noi è sempre stata crisi, il lavoro è sempre mancato per i più e da sempre ci siamo dovuti ingegnare un po' tutti. Però, come ho detto in svariate occasioni, molti  di quelli che hanno avuto esperienze fuori sono tornati (me compresa) e si è creato un bel via vai che porta fermento e arricchisce. Per me questo è un porto ma anche una base di lancio e di atterraggio che mi accoglie sempre. Non so se passerò qui tutta la vita, non ci giurerei, ma in questo momento mi sento sempre più in viaggio nella mia terra tanto che la smania di viaggiare all'estero non dico sia sparita ma placata si. Ecco che io e Vì ci comportiamo come quando siamo in vacanza, per esempio mettendoci a parlare con gente sconosciuta.
Mi sembra di essere tornata adolescente, sempre attiva e aperta a nuove amicizie, sempre pronta a tuffarmi in nuove avventure, adesso con una consapevolezza in più. Che meraviglia!
Adesso che ci penso, dopo essermi dedicata per qualche anno solo alla spiritualità, si è innescato il bellissimo processo d'integrazione e inizio a comprendere, non più solo intellettualmente, cosa voglia dire essere nel mondo senza essere del mondo, una frase che il mio maestro ripeteva spesso.
La crisi ha portato qualcosa di buono (si chiama decrescita) e molti di noi, in assenza del "lavoro sicuro" si sono cimentati nel fare ciò che più è in sintonia con la propria natura o con l'ispirazione del momento, della serie: "Se il lavoro non c'è, facciamo quello che sappiamo, inventiamocelo, tanto che abbiamo da perdere?", lo trovo meraviglioso! E non guardo solo me, ma anche conoscenti e amici, anche con figli - ai quali non fanno mancare certo nulla-
Ripenso alla Profezia di Celestino, (lessi il libro al liceo e ogni tanto rivedo il dvd))... non ricordo le parole esatte ma si diceva proprio che sarebbe arrivato il giorno in cui il lavoro di ciascuno avrebbe rispecchiato le sue capacità, i suoi Doni.
Non è fantastico?
Namaste!

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