Prendo spunto dal post di Squa sulla "duennite", spero che non le dispiaccia, perché mi ha fatto riflettere sia quello che ha scritto, come avviene spesso, che quello che è stato detto nei commenti, come altrettanto spesso avviene.
Mia figlia ha quasi 4 anni e, quindi, la mia esperienza è abbastanza limitata ma l’idea che mi sono fatto è che sia inutile consolarsi con il dire che “il periodo passerà” pensando che tutto si risolva. Questo perché mi sto rendendo conto che ogni periodo ha una vita a sé.
Certo, passeranno i terrible two ma ci saranno, “meno terrible” da un un punto di vista ma “more terrible” da un altro, i three, i four, i five e così via.
La verità è che si tratta di un continuo di periodi diversi, ognuno con proprie caratteristiche. Ed è facile lamentarsi, e altrettanto gioire, per aspetti diversi.
Per fare un paio di esempi.
Mi sono lamentato quando mia figlia gattonava e tentava di alzarsi perché era un continuo arrampicarsi sulla libreria, sul divano, sulle scale e su qualsiasi cosa rappresentasse un appiglio. Dicevo che sarebbe passato tutto quando avrebbe iniziato a camminare. E così è stato ma, adesso, mi trovo a lamentarmi perché è un continuo correre a destra e a sinistra, un continuo “guarda dove vai”, “attenta alla strada” per arrivare addirittura a “corri piano”.
Mi sono lamentato durante il periodo del riposino pomeridiano perché eravamo bloccati a casa o, comunque, gli orari di uscita dovevano tenerne conto. Dicevo che sarebbe passato tutto quando avrebbe iniziato a non dormire più durante il giorno. E così è stato ma, adesso, mi trovo a lamentarmi, specialmente in inverno, perché adesso dalla sveglia della mattina si va dritti dritti alla nanna della sera. In alcuni casi questo vuol dire un turno 07:00-22:00 con reperibilità notturna senza l'allora odiato, e adesso rimpianto, stacco del pomeriggio.
Quindi, Squa, posso dirti che il periodo passerà ma ne verrà un altro nuovo e un altro ancora.
La verità, ma qui sta il bello, è che “non passa”...