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Il bene comune

Creato il 25 febbraio 2016 da Speradisole

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Il bene comune non è un concetto astratto, ma qualcosa che riguarda il bene della comunità, che è composta di soggetti con diritti e doveri. Ma non solo, riguarda anche e anzitutto il contesto ambientale. Il bene comune è il rispetto dell’ambiente, perché l’ambiente è la prima casa di ogni cittadino. Il bene comune è rispettare il cittadino. È ciò che si dice con la parola “vivibilità”: non basta avere una casa, se poi l’ambiente in cui si vive, non fa respirare come si dovrebbe.

Il bene comune non ha partito, e non ha religione. Si inserisce in quei valori umani e sociali che fanno parte dell’umanità, che non è soggetta a spartizioni di potere né politico né religioso. L’umanità è un patrimonio di tutti, accessibile a tutti, prerogativa di tutti, purché ciascuno se ne senta responsabile..

Il bene comune è l’amore totale al proprio paese, così totale che lo si deve dividere tutto per ciascuno degli abitanti. Il bene comune lo si deve prima amare, farlo proprio.

Il bene comune va dato in mani sicure, affidato alle coscienze prima che ai titolari di uffici burocratici. E non va assolutamente consegnato a gente che si prende gioco dei diritti dei cittadini per fare il proprio interesse. Chi si assume un incarico pubblico nel campo politico-amministrativo non deve trarre dei vantaggi.

Il bene comune ama la dialettica, cioè il confronto costruttivo, non vive sugli antagonismi ideologici. Il bene comune è allora la ricerca del meglio tra coloro che vogliono veramente bene al loro paese. Non importa se oggi è la maggioranza a proporlo, e domani la minoranza.

Il bene comune richiede capacità di comprendere il futuro, capacità di saper cogliere il domani, e il domani è già potenzialmente nell’oggi. Dunque, occorre leggere attentamente il presente, se si vuole capire il domani.

Si può discutere a lungo di che cos’è il bene comune, tutti sappiamo che cos’è, ma in realtà è una parola così scontata che neppure viene in mente di spiegarne il senso. E’ una di quelle parole che mettono in crisi ogniqualvolta si tenta di spiegarla. Sarebbe come rispondere: che cos’è l’amore? Eppure sul bene comune c’è molta confusione perché il bene comune viene stabilito da ciascuno che, a sua volta, impone il suo punto di vista all’altro, per questo pensa che sia comune.

Sul piano teorico, tutti, in fondo, ne intuiscono qualcosa, più o meno. La difficoltà sta nel chiarire il termine esatto di bene comune, il che significa porre i giusti paletti in modo tale da avere idee chiare, per evitare che termini simili o presi per tali allarghino il campo, facendo però perdere il significato autentico del tema in questione. I paletti non si mettono per restringere il senso del bene comune, ma per chiarezza: la chiarezza, si sa, restringe l’obiettivo su un determinato oggetto, più si allarga l’obiettivo e più si finisce per sfocare l’oggetto in questione.

Il bene comune non coincide con la volontà della maggioranza, intesa come la somma delle volontà individuali. In tal senso “bene comune” e “democrazia”, se intesa esclusivamente come il luogo di legittimazione degli interessi della maggioranza, divergono: il primo è rivolto a tutti, il secondo affida al potere il discernimento del bene pubblico. Così “bene comune” e “bene pubblico” non sono la stessa cosa.



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