Non so se avete già letto il mio nuovo ebook, Il Palio.
Nel dubbio non voglio rovinarvi la sorpresa con dei brutti spoiler. Tuttavia, vuoi per fare un po’ di promozione, vuoi perché so che alcuni di voi amano i making of, ho deciso di pubblicare una gallery riguardante le sette creature mitologiche a cui sono intestate le contrade di Torre d’Ambra.
Questo è il nome del borgo immaginario dove si svolgono le vicende narrate ne Il Palio. L’ho immaginato in maniera così reale che potrei quasi scrivere una dettagliata guida turista. Sarebbe un’ottima cosa, se solo avessi il tempo per farlo. In mancanza di esso, mi limiterò proprio a un paio di “dietro le quinte”, tra cui questo.
Le sette contrade di Torre d’Ambra prendono spunto da animali di fantasia, spesso citati nei bestiari medioevali. Il paese ha origini antiche, ma è solo dalla metà del 1400 che ha guadagnato le attuali dimensioni, e con esse la suddivisione geografica ancora oggi in vigore. Come è tradizione in molte città italiane dal nobile passato, le contrade si sfidano annualmente nel palio locale.
Solo che a Torre d’Ambra questo evento è… alquanto particolare.
I sette campioni del palio di Torre d’Ambra
AnfesibenaBasiliscoCorocottaFaunoGrifoneIeracosfingeManticora- Anfesibena: è un mitico serpente dotato di due teste, una ad ogni estremità del corpo, e di occhi che brillano come lampade. Secondo il mito greco, Anfisbena fu generata dal sangue gocciolato dalla testa della gorgone Medusa quando Perseo volò, stringendola in pugno, sopra il deserto libico.
- Basilisco: Nei bestiari e nelle leggende greche ed europee, il basilisco è una creatura mitologica citata anche come “re dei serpenti”, che si narra abbia il potere di uccidere o pietrificare con un solo sguardo diretto negli occhi.
- Corocotta: è un cane-lupo mitologico dell’India o dell’Etiopia, acerrimo nemico dell’uomo e del cane, descritto da Plinio il Vecchio nella sua Naturalis historia (libro VIII, capitolo 30).
- Fauno: Il Fauno è una figura della mitologia romana, una divinità della natura, per la precisione è la divinità della campagna e dei boschi. Il suo aspetto è dalle forme umane, ma con i piedi e con le corna di capra. Più tardi fu fatto corrispondere al Satiro della mitologia greca.
- Grifone: Il grifone è una creatura leggendaria con il corpo di leone e la testa d’aquila. Il mito di questa figura nasce dalle mitologie mesopotamiche, nelle quali le creature costituite dall’unione di più animali rapaci o con serpenti sono demoni o divinità dalle caratteristiche nefaste.
- Ieracosfinge: La ieracosfinge è una creatura leggendaria, una chimera simile al grifone raffigurata nell’arte egizia (principalmente sculture) e nell’araldica europea.[1] Si tratta di un leone con testa di falco, talvolta portante un copricapo. Il nome fu coniato da Erodoto per le sfingi a testa di falco che vide in Egitto.
- Manticora: La manticora è una creatura mitica, una sorta di chimera dotata di una testa simile a quella umana, corpo di leone e coda di scorpione, in grado di scagliare spine velenose per rendere inerme la preda (confondendo così la sua immagine con la criptozoologia di un istrice). A volte la manticora può possedere ali di qualche genere.
Martin Schongauer – The Griffin, etching, 15th century.
Era la prima volta che studiava la conformazione di Torre d’Ambra. Un evento più unico che raro, considerando la scarsità di supporti turistici a disposizione del viaggiatore casuale. Il paese aveva una forma che ricordava vagamente una stella a sette punte. Le varie contrade erano segnalate con colori diversi, dal violetto pallido al verde pisello. (…)
Il centro cittadino, dove aveva lasciato Clara, comprendeva Piazza della Rotonda e un paio di altre location importanti, tra cui la bizzarra Corporazione dei Tamburini. Il grande edificio con tutti i gonfaloni esposti era indicato come il Palazzo dei Conti D’Ambra, in maiuscolo. (…)
Col dito seguì poi la strada che stava percorrendo, per orientarsi meglio. Lungo il tragitto erano indicati due edifici rilevanti: la sede della Gilda dei Medici e degli Speziali (sempre in maiuscolo) e la Torre degli Acquaviva, segnalata come ciò che rimaneva della sede dei primi feudatari del borgo. Potevano essere mete interessanti, ma non aveva abbastanza tempo per esplorarle meticolosamente. Lungo le mura, in fondo al percorso, c’era poi il cimitero cittadino, costruito accanto a una seconda chiesa, quella di San Galvano Martire.
(Da Il Palio. Disponibile su Amazon in formato digitale).
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