Il Bianchello del Metauro a tavola

Da Yellowflate @yellowflate

Il Bianchello del Metauro è un vino che in genere viene abbinato a crostacei e molluschi, preferibilmente vivi o comunque cotti in maniera delicata tramite marinatura. Molto apprezzati sono anche gli accompagnamenti con il pesce rosolato sulla brace o bollito, preferibilmente condito con un po’ di olio extravergine. Da non disprezzare sono, poi, gli accostamenti con carni bianche quali tacchino o pollo e con risotti e minestre. Risulta consigliabile portare in tavola la bottiglia a una temperatura di nove a dieci gradi durante i pasti; nel caso degli aperitivi, invece, è preferibile rimanere tra i sei e i sette gradi. Il Bianchello del Metauro è considerato un vino che esprime la propria freschezza in maniera ottimale entro il primo anno di vendemmia; ciò non toglie che anche un invecchiamento di uno o due anni consentono di metterne in luce la gustosità e la maturità.

Com’è il Bianchello del Metauro

Ma quali sono le caratteristiche peculiari del Bianchello del Metauro? Visivamente, si presenta con un colore giallo paglierino non molto acceso, attraversato da sfumature verdi. Per quel che concerne l’analisi olfattiva, non si può non notare un profumo molto delicato e leggero, che denota un persistente odore di frutta fresca, di biancospino e di pesco, fiori bianchi primaverili. Al palato, invece, questo vino ha un sapore piuttosto fresco e secco: si rende apprezzabile anche in virtù del suo contenuto alcolico ridotto, pari all’11.50% vol. Anche in questo caso, una percezione molto delicata. Occorre mettere in evidenza che il Bianchello che viene prodotto nell’entroterra ha un sapore più delicato e un gusto più tenue; viceversa, quello che viene prodotto più vicino al mare risulta più allegro. In bocca, quel che si apprezza all’istante è l’equilibrio della sua corposità, una pienezza coerente con l’unicità del vitigno.

Il Bianchello del Metauro e le Marche

Sì, perché il Bianchello del Metauro (che vanta il marchio DOC dalla fine degli anni Sessanta) è il vino bianco classico delle Marche, chiamato così proprio perché i filari delle vigne si affacciano sulle rive del fiume Metauro, che è uno dei corsi d’acqua più importanti della regione. Il suo nome deriva da Bianchello, un tipo di uva marchigiana cui a volte ci si riferisce anche usando i nomi Biancuccio e Biancame. Il suo, come si può facilmente intuire, è un colore scarico. La particolarità di tale vino è che in tutta Italia sono meno di venti i Comuni in cui esso viene prodotto, e si trovano tutti nella provincia di Pesaro e Urbino, proprio in corrispondenza della vallata del Metauro. L’uso del vitigno Bianchello è richiesto per almeno il 95%, mentre la malvasia toscana può essere impiegata per il restante 95%.

Provare il Bianchello del Metauro

Chi intende assaporare il Bianchello del Metauro può provare la produzione dell’azienda vinicola Crespaia: un’opportunità quasi unica per assaggiare un prodotto tipico della tradizione enologica delle Marche.

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