Il biglietto da visita di Cremona è questo: fumi e aria irrespirabile

Creato il 02 novembre 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

Il fumo dell’acciaieria è stato notato a chilometri di distanza, anche nel Piacentino, oltre il Po. Cremona riesce a spaventare. Ci sono le condizioni di sicurezza per riavviare l’acciaieria? Oggi, domenica, è stata riavviata la produzione. Ed è scoppiato un nuovo incendio. A quest’ora finalmente qualcuno si è deciso a dare la notizia, anche grazie al comunicato del sindaco Gianluca Galimberti e dell’azienda siderurgica stessa (questo secondo comunicato non mi è arrivato ma stavolta pazienza). Arvedi ha bisogno di far ripartire la produzione. Un reale bisogno. I coils sul piazzale della zincheria stanno diminuendo. Quando saranno finiti, il tubificio potrebbe chiudere. Sono rischi seri. Notizie gravi. Non mi interessano i nemici giurati di Arvedi né i suoi tifosi. L’acciaieria è ferma: alcuni operai attendevano il giorno di domani, lunedì, per riprendere il lavoro. Si parlava anche di uno stop fino al 9, per altri.
Adesso invece la zincheria si sta fermando.
La previsione di qualche tempo fa, di un rischio di arresto degli impianti sino a Natale, era sbagliata se c’erano le condizioni per riprovare a partire.
Ma a questo punto? Da un lato gli operai hanno paura di rimetterci il lavoro o lavorare meno, poi ci sono le ditte esterne, all’opera la domenica, e dall’altro lato i residenti della zona hanno bisogno di sicurezza. Una vecchia legge del Regno d’Italia, ancora in vigore, prescrive che le aziende inquinanti di prima classe vanno collocate in zone isolate. Avevano e hanno ancora ragione i bisnonni.
Nelle immagini qui sotto il fumo dell’acciaieria visto oltre il canale navigabile.


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