Sapete tutti, dopo il mio recente outing, che amo le Vuitton. Che vorrei possederne una ma che, non essendo figlia di uno sceicco né di un ricco possidente terriero né di un imprenditore milanese con una passione sfrenata per le battute squallide da dodicenne né avendo un lavoro che mi permetta di acquisire una simile bellezza - soddisfatti i ridicoli bisogni primari quali mangiare, dormire, riscaldarmi etc - c'è un abisso fatto di monete e carta colorata che separa me e l'oggetto dei miei desideri. Sicché per ora il sogno di avere una Vuitton si realizza soltanto nel vedere una me stessa novantenne, con in una tremula mano un sacco di stoffa adornato di un grosso € dipinto contenente i risparmi di una vita, entrare nell'elegante negozio situato in Piazza degli Strozzi, 1 a Firenze (perché sogno sempre di farla mia lì, in quel gigantesco e meraviglioso edificio sulla cui soglia c'è un Ercole nero con smoking a sorvegliare le bimbe) e finalmente averla tra le mani.
Stamani il sogno pareva quasi realizzarsi prima della nonagenaria età e della tremula mano con la visione di un concorso, il concorso Golden Ticket come lo chiamo io, organizzato da Vogue Accessory. Pare infatti che, come un Willie Wonka fashionista, il numero 7 di Vogue Accessory abbia deciso di offrire a chi troverà il Golden Ticket a pagina 222 della rivista un accessorio firmato e a chi non lo farà (vedi me, conoscendo le simpatie che Madama Fortuna nutre verso i miei confronti) la possibilità di partecipare all'estrazione finale di un accessorio sempre firmato.
Detto, fatto: come una moderna Aurora ho immediatamente provveduto a piroettare tra i boschi con degli sconosciuti sognando di stringermi al petto l'oggetto dei miei sogni, tralasciando bazzecole come il trovare il biglietto d'oro in questione. Avendo saputo poi che informazioni & vincitori venivano pubblicati sulla pagina Facebook di Vogue Accessory mi sono semplicemente precipitata per leggere avidamente tutte le condizioni e le controindicazioni.
E qui, il volo di Pindaro.
Infatti spulciando tra i fac-simile dei biglietti dorati pubblicati sulla loro pagina Facebook (qui se volete farlo anche voi) vedo che purtroppo, tra di essi, non figurano borse del mio adorato Luì. Però figura una bella borsa di Braccialini, una di Carlo Pignatelli, una di Blugirl (anche se è rosa) una di Borbonese, una di Alviero Martini (la mia preferita!) e una di Blauer. E poi ci sono anche collane e braccialetti... e scarpe, sebbene non mi piacciano quelle in palio. Insomma, ci sono molte cose per cui partecipare, quindi anche se non c'è Lui direi che ne vale la pena... no? Voglio dire, quella bella Alviero Martini mica mi dispiacerebbe. E poi io sono una frana in geografia, magari potrei unire l'utile al dilettevole.
Quindi anche stavolta non c'è trippa per gatti e neanche borse di Louis Vuitton per Valentina. Riuscirò ad ottenere un esemplare di Luì prima dello scadere dei novantanni? Anche usata mi va bene, s'intende: anzi, sicuramente sarà usata a meno che non vinca alla lotteria o mi decida a diventare Imperatrice di qualche sconosciuto regno... Si dovrebbe tornare al baratto: l'economia ne gioverebbe e anch'io.