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Il blog e’ come un figlio e me lo vogliono uccidere

Creato il 29 settembre 2011 da Speradisole

IL BLOG E’ COME UN FIGLIO E ME LO VOGLIONO UCCIDERE

IL BLOG E’ COME UN FIGLIO E ME LO VOGLIONO UCCIDEREScrive Flavio Fammoni sull’Unità:

 Non esiste l’urgenza che viene dichiarata: questa legge “bavaglio” è ferma da più di un anno in Parlamento e la si riesuma solo perchè si è creato l’ennesimo problema politico e giudiziario.

Nessuna tutela della privacy dei cittadini, che può benissimo essere risolta dalle tante proposte presentate, ma un indebito intervento sulla libertà di informazione e sulla giustizia. Si tratterrebbe in realtà della tutela di un modo inaccettabile di intendere il potere.

Il merito dell’intervento della legge è vastissimo e riguarda il diritto di cronaca ma anche tanti aspetti meno noti, ma non per questo meno gravi. Dai reati intercettabili dividendoli arbitrariamente per gravità; dai limiti temporali delle intercettazioni ai divieti e alle sanzioni per giornalisti ed editori; dalla possibile sostituzione dei Pm anche solo se faranno dichiarazioni sul provvedimento.

Norme sbagliate e punitive, non verso chi commette reati ma verso l’informazione.

Incredibile bavaglio previsto per il web, che prevede l’obbligo di rettificare ogni contenuto pubblicato, sulla base di una semplice richiesta di soggetti che si autoritengano lesi. Senza possibilità di replica e con sanzioni fino a 12mila euro.

Una misura che metterebbe in ginocchio la libertà di espressione delle rete, senza possibilità di opposizione.

Le cosiddette registrazioni fraudolente, con pena fino a 3 anni di carcere, senza alcuna distinzione. Così anche chi fosse taglieggiato e volesse fare una registrazione o una ripresa video dei criminali che si presentano a riscuotere il pizzo rischierebbe di incorrere in sanzioni.

Come si vede nessuna tutela dei cittadini, ma una delle tante vie con cui questo governo interviene sull’informazione: censure, tagli di risorse come nel caso dell’editoria e delle piccole emittenti, depotenziamento del servizio pubblico, interventi sui programmi scomodi e sui tanti giornalisti ed operatori dell’informazione, della cultura, dello spettacolo.

Tutto questo è inaccettabile e insopportabile. Ma non è finita , dietro il cauto annuncio di qualche concessione si pensa ad ulteriori e ben più gravi peggioramenti, come il ritorno ad una norma che vieterebbe addirittura fino alla sentenza d’appello ogni pubblicazione. Si tratterebbe di anni che renderebbero irrilevante ogni notizia.

Un cittadino formato e informato è più autonomo e quindi più libero.

E’ questo quello che evidentemente non si vuole e che deve essere invece salvaguardato e aumentato.

Una battaglia di civiltà e libertà che si deve vincere.

Oggi 29 settembre, alle ore 15.00 al Pantheon, manifestazione per dire NO all’ennesimo tentativo del governo di imbavagliare l’informazione con la legge sulle intercettazioni.



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