da più voci si sente questa affermazione: l'era dei blog è finita. forse qui ci stiamo arrivando solo ora, ma oltreoceano si sono addirittura già appassiti i fiori dopo il funerale. da quel che ho letto e compreso da sola, non si è trattato di una morte naturale. i responsabili sono i social networks da un lato e gli smatphones (e ora i tablets) dall'altra. è chiaro che chi è alla ricerca di una comunicazione veloce per forza di cose usa Twitter, per fare un esempio, e chi vuole cuccare trova più semplice e comodo Facebook. eccetera. il blog ormai è per quei dinosauri nostalgici che hanno del tempo da perdere, descrizione che mi calza perfettamente. del resto penso che dipenda tutto da che cosa uno vuole dalla vita. io non ho nè smatphone nè tablet e non ho la minima intenzione di comprarli, e questo non perchè voglia negare il progresso, ma perchè non ne ho bisogno, quindi perchè dovrei buttare soldi per qualcosa che non mi serve? per telefonare e per gli sms va benissimo il mio telefonino medievale, mentre la navigazione su Internet la faccio comodamente seduta alla mia scrivania. inoltre ho questo brutto vizio che mi porta a voler approfondire la conoscenza delle persone e credo che ci si riesca molto meglio leggendo un post, commentandolo e magari ricevendo risposta (purtroppo non tutti lo fanno, ma questo è un altro discorso che non ho voglia di affrontare qui) piuttosto che con un superficiale scambio di poche battute scarne su Facebook o altrove. da un punto di vista estetico, non c'è pagina Facebook o Google+ che tenga: un blog ben fatto è cento volte meglio, anche solo per la resa delle immagini. penso anche che per fare un discorso articolato lo spazio del blog sia molto più adatto, e poi con i tag è semplicissimo ritrovare i vari collegamenti e dunque anche la funzione di archivio viene esercitata con facilità. perciò il fatto che il blog sia morto per me potrà anche significare che di dieci lettori non me ne resterà più nessuno, ma di certo non che smetterò di utilizzare questo mezzo perchè è quello con cui mi trovo meglio.
da più voci si sente questa affermazione: l'era dei blog è finita. forse qui ci stiamo arrivando solo ora, ma oltreoceano si sono addirittura già appassiti i fiori dopo il funerale. da quel che ho letto e compreso da sola, non si è trattato di una morte naturale. i responsabili sono i social networks da un lato e gli smatphones (e ora i tablets) dall'altra. è chiaro che chi è alla ricerca di una comunicazione veloce per forza di cose usa Twitter, per fare un esempio, e chi vuole cuccare trova più semplice e comodo Facebook. eccetera. il blog ormai è per quei dinosauri nostalgici che hanno del tempo da perdere, descrizione che mi calza perfettamente. del resto penso che dipenda tutto da che cosa uno vuole dalla vita. io non ho nè smatphone nè tablet e non ho la minima intenzione di comprarli, e questo non perchè voglia negare il progresso, ma perchè non ne ho bisogno, quindi perchè dovrei buttare soldi per qualcosa che non mi serve? per telefonare e per gli sms va benissimo il mio telefonino medievale, mentre la navigazione su Internet la faccio comodamente seduta alla mia scrivania. inoltre ho questo brutto vizio che mi porta a voler approfondire la conoscenza delle persone e credo che ci si riesca molto meglio leggendo un post, commentandolo e magari ricevendo risposta (purtroppo non tutti lo fanno, ma questo è un altro discorso che non ho voglia di affrontare qui) piuttosto che con un superficiale scambio di poche battute scarne su Facebook o altrove. da un punto di vista estetico, non c'è pagina Facebook o Google+ che tenga: un blog ben fatto è cento volte meglio, anche solo per la resa delle immagini. penso anche che per fare un discorso articolato lo spazio del blog sia molto più adatto, e poi con i tag è semplicissimo ritrovare i vari collegamenti e dunque anche la funzione di archivio viene esercitata con facilità. perciò il fatto che il blog sia morto per me potrà anche significare che di dieci lettori non me ne resterà più nessuno, ma di certo non che smetterò di utilizzare questo mezzo perchè è quello con cui mi trovo meglio.
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