Qui approfitto per eseguire con ritardo mostruoso (ma ormai per me abituale) un tag, a cui avevo già risposto (qua), ma senza che questo fermasse la pioggia di nomination in proposito (roba da far morire di invidia Leonardo di Caprio) tanto che avevo promesso nei commenti di rifarlo, anche perché è un tag che può anche essere utile. Ed eccomi qua.
Ho ripescato tre delle nomination arrivatemi dopo averlo già eseguito, gli altri mi scusino. In ogni caso, sono quelle di:
ricette di casa mia – la pulciona vagabonda – beatrix
Regole:
Ringraziare chi nomina ed utilizzare il logo
Nominare 15 blog (non se stessi o chi vi ha nominati, lasciando spazio agli altri) ed avvertirli.
Scrivere un post per mostrare il premio
Raccontare, brevemente, com’è nato il proprio blog e dare dei consigli a chi si cimenta da poco.
Io, come categoria, appartengo ai blogger della domenica. In realtà, più specificatamente, a quelli del sabato pomeriggio/ sera (“Ma se pubblichi di domenica?” Sì, perché se rileggo ‘a caldo’ un mio scritto non riesco ad accorgermi degli errori, anche fossero veri orrori, così usando il tipico consiglio che si trova nelle fiabe russe “la notte porta consiglio“, ci dormo su e il giorno dopo rileggo.
I blogger della domenica sono quelli che tanto vorrebbero fare e migliorare; ordinare in modo logico le categorie, personalizzare il tema, provare quel plugin di cui si dicono meraviglie e poi… niente, il tempo è limitato ed è già tanto se si riesce a preparare il nuovo post.
Preferisco la lettura nella blogsfera a Facebook; sia ben chiaro, è un social che uso, anzi fra qualche riga consiglierò di farvi una pagina fb da collegare al blog, ma quel che vedo lì mi fa soffrire, mi causa il latte alle ginocchia principalmente.
Tutti gli uomini sono ugualmente dotati di cervello, è la maniera di usarlo che li differenzia. Per scrivere un post decente nel blog devi pensare a quello che stai facendo, concentrarti, seguire un filo logico, ponderare le eventuali reazioni dei lettori, persino essere adeguatamente preparato sull’argomento che hai scelto di esporre, insomma, bisogna che le fai funzionare, le celluline grigie nel tuo cervello di homo sapiens sapiens.
Per commentare e condividere post su Facebook, di contro, è più che sufficiente azionare il cervello in modalità chicken brain. Dico così perché altrimenti non me la saprei spiegare la quotidiana e copiosa condivisione di bufale, disinformazione e fesserie, di quelle che attirano commenti livorosi, offensivi, razzisti, attraversi i quali la gente si insulta, duella e si prende lo scalpo dell’avversario bannandolo, e tutto sotto una notizia non vera, anzi direi proprio palesemente fasulla, di quelle che, volendo, si sarebbero potute verificare in 30 secondi.
L’uso della ragione impostata su chicken brain invece che homo sapiens sapiens rende incapaci di discendere fra vero o almeno plausibile e invenzione campata per aria, smaccatamente falsa, e quel che si cerca è la pruriginosità della notizia. Si condividono post senza capire la fesseria che si sta facendo, perché la pericolosità della bufala non può essere compresa se non si ha consapevolezza della gravità della calunnia e della menzogna e delle sue conseguenze.
E ciò non è bello, su dai… non è per niente bello!
Essere un piccolo blogger è nello stesso tempo meraviglioso e riduttivo. Meraviglioso perché si è un testimonial del blogging, un interessante modo per essere connessi alla rete condividendo argomenti, pareri, in modo informale, schietto e personale; se si ha talento, competenza adeguata, costanza e un tot di tempo da dedicarci si può fare un buon lavoro e con dei risultati apprezzabili. Riduttivo perché anche se siamo sinceri, non riusciamo ad esserlo a tutto tondo, a far trasparire tutta la persona che siamo. Andrebbero inserite più foto scattate da noi e meno di quelle già trovate in rete, magari anche qualche video e, più interazioni con i vari social network ma, diamine, i piccoli blogger hanno sempre lo stesso problema di fondo: le ore delle giornate contate!
Consigli? Ne lascio due, semplici e banali come la scoperta dell’acqua calda. Beh, avrei delle proposte bellissime ma non le ho ancora messe in pratica neanche io (e dove lo trovo il tempo?) e quindi non sarei in grado di giudicarne la validità; queste due, anche se ovvietà, invece le ho tastate e valutate.Il mio blog è piccolino, ce ne sono tantissimi incredibilmente più belli e giustamente più seguiti. Quindi questi consigli valgono solo per quelli che rientrano nella mia tipologia, il blogger della domenica.
La pagina Facebook del blog!
Serve, tantissimo, anzi, immensamente. Naturalmente devono essere vicendevolmente collegati pagina Facebook e blog, con i link dei post del blog sulla pagina fb e sul blog con il badge visibile che porti alla pagina fb.
Non sono copie inutili uno dell’altro.
Intanto, perché libera le persone, quelle più avvezze ad usare Facebook, dall’andarvi a cercare direttamente nel blog se vogliono seguirvi; state dando una comodità in più, varrebbe la pena solo per questo. Inoltre, e qui sta la convenienza, è un ottimo modo per riproporre post già postati. Sul blog i post, anche quelli più riusciti, restano nell’archivio, insomma perdono la visibilità, la pagina fb è un modo per dare a questi una seconda vita, a second chance. Una recensione di un libro o di un film ben riuscita, una sensazionale ricetta pasquale postata nel 2015, i post più apprezzati dai lettori e quelli che trovate così carini ma, quando li avevate pubblicati eravate all’inizio e con solo 4 gatti che vi seguivano, mentre ora sono 44 gatti in fila per sei col resto di due e più ancora fra blog pagina fb.
E’ in questa cornice che si colloca la dinamica della pagina fb: un modo per rafforzare la lettura dei migliori post che rischiavano di venir dimenticati e trasformare le visite, cioè i visitatori, non solo da altri blogger ma anche da chiunque abbia un profilo su fb.
Ehm questa per es. è la mia, se vi piace l’idea… un like alla pagina mi farebbe piacere
Un plugin o un widget che traduca il blog!
Ce ne sono di professionali, che impostano persino i testi in chiave SEO sulla lingua straniera, io ho messo un widget che più semplice e classico non si può, quello di google translate e non ho scelto le bandierine pulsante nelle lingue più utili ma l’intero elenco di tutte quelle disponibili, compreso lo zulù (beh, mi piace poter immaginare blogger di lingua zulù intenti a leggere il mio post). In realtà ormai l’inglese è la nuova koiné, la più parlata e conosciuta al mondo, e basterebbe quello ma… e poi c’è la possibilità di tradurlo anche in latino, la lingua di Marco Tullio Cicerone e… ok, non ho resistito all’idea.
Perché un traduttore? Per rendere il blog fruibile non soltanto ai lettori che conoscono l’italiano. Funziona? Ho qualche sparuto lettore straniero fisso ma in realtà non si può sapere se legge con la traduzione o in italiano (a dir la verità, per quel che ne so potrebbero solo guardar le figure). Ci sono altri 1000 modi per tradurre le pagine web, ma con il widget piazzato proprio lì, sul blog, sotto il naso e come dire “Mi dispiace che tu, straniero, non riesca a leggere, ma scegli la tua lingua e in 2 secondi, potrai vedere quel che ho scritto qui“. E non è per il conto dei followers, – perché lo sappiamo, puoi scrivere da schifo ma saperti muovere nel web e aver tempo a disposizione per farlo che ti aumentano comunque e invece essere un bravo scrittore ma “impedito” nelle forme di comunicazione online e restare ignorato e sconosciuto – è per il gesto carino verso in sé.
Questo tag è così datato che ormai lo avranno fatto e rifatto quasi tutti, quindi le nomine non sono tanto un invito a partecipare al giochino quanto un suggerimento a tutti quanti di fare una visita ai sottostanti blog.
Bloody Ivy
Tartuffe’s Folly ma anche le immagini del suo profilo fb sono… strepitose!!!
Il mondo dell’INCI con Barbara e la sua pagina fb
La novella vegana e qui la pagina fb
Condominio Felice e qui la pagina fb
Parole imbelli la carissima lory ha più pagine fb e una comunità una strana coppia, che poi sarebbero i suoi amatissimi e fantastici cani