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il blu è un colore caldo.

Creato il 02 gennaio 2014 da Papibulldozer

il blu è un colore caldo.

dopo aver visto il film, ho appena terminato la lettura della graphic novel.

“Non sento più nulla, mi sembra che nelle vene mi scorra della luce”

boom!

ecco, forse basta questa frase per sintetizzare quel che l’ innamoramento fa credere al corpo, e per quanto banale possa sembrare, io una definizione così azzeccata non l’ avevo mai letta in nessun romanzo illustrato. neppure in un manga, e dire che i giapponesi son maestri nell’ introspezione adolescenziale.

oppure non lo ricordo, che in fondo è la stessa cosa a pensarci bene.

sembrava strano che un film tanto riuscito, tra i migliori visti nel 2013, tratto da un fumetto, genesi che spesso crea mostruosità su celluloide e digitali, fosse uno stravolgimento di quest’ ultimo. infatti non lo è. come il film merita di essere visto e ascoltato, il fumetto merita di essere letto e guardato. in quest’ ordine, letto e guardato.

certo non dimentico l’ enorme puttanata scritta tempo fa su facebook da Gipi, autore nostrano amato pure molto in terra francese. cliccate qui per leggere il post incriminato. Che diciamolo, se l’ avesse scritta Sergio Toppi o Richard Corben, famosi per il disegno magistrale e la scarsità di testo scritto, potrei anche capirlo. ma da Gipi??? cazzo, farebbe ridere, se non fosse per quella punta di rosicamento che si percepisce tra le righe. certo che tu potrai anche raccontarti la storiella ”del disegno brutto perchè non funzionale con lo svolgimento della trama” per convincere te stesso e i tuoi seguaci, ma rimane comunque una stronzata galattica.

come dire, alla fine degli anni ottanta, di fronte alla prima serie dei Simpsons: “non mi fanno ridere perché son disegnati male e sono troppo gialli, non li guarderò mai!”. qualcuno l’ avrà detto certamente… e oggi, certamente si sente un po’ cretino anche solo ad averlo pensato.

c’è pure qualcuno che per difendere il suo paladino, attaccato giustamente per la sua infelice uscita feisbucchiana, parlerebbe di “cifra stilistica”: “in Groening c’è, nella Maroh no come fate a non capirlo, brutti ignoranti!”

sarebbe una difesa legittima, se non fosse che questo è il primo libro della Maroh e che quindi non si può dichiarare che la sua sia incapacità oppure “cifra stilistica” con certezza assoluta. per me funziona qualunque sia la verità.

l’ hanno pubblicata. qualcuno è stato convinto. sfido qualunque fumettista  in buona fede ad ammettere che in fondo è l’ unica cosa che conta se fai questo mestiere. se non lo ammetti sei semplicemente in malafede.

poteva essere disegnato meglio? certo. ma lo si potrebbe dire anche dei fumetti di Gipi.

può non piacere lo stile? certo, come i fumetti di Gipi.

la storia funziona ugualmente? certo, come i fumetti di Gipi, anche se narrativamente più complessi da seguire.

però un film come quello tratto dal lavoro della Maroh, tratto da Gipi non esiste. E qui, cari amici miei finisce la storia. Almeno finchè non ne verrà realizzato uno sullo stesso livello.

che poi, non è certo colpa di Gipi se non esiste, ma del fatto che in italia si preferisca girare cazzatone tratte dai libri di diaboliche “F”, quella di moccia e volo ad esempio. o peggio ancora, come nelle due ”F” citate, che lo facessero girare da lui stesso.

Gipi, quell’ esternazione potevi evitarla anche se ti ha fatto guadagnare centinaia di condivisioni ( che fosse quello lo scopo?). Così avrei continuato a pensare che il tuo peggior difetto fosse quello di essere rimasto l’ ultimo comunista fuori tempo massimo. invece …pure speculatore di visualizzazioni, come il peggior gramellini. mah, contento te.



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