Ogni tanto sui social network circolano immagini come questa. Il significato di base è palese: abbasso i computer, abbasso Internet, abbasso il digitale, abbasso gli ebook. Viva i praticelli, le passeggiate con cane, i libri di carta, le partite di calcio con gli amici.
Perché questi meme sono delle palesi idiozie? Oh, per un sacco di motivi.
In primis perché vengono diffusi tramite Facebook, che è il più palese trionfo del cazzeggio sul Web mai realizzato da mente umana.
In secondo luogo perché una cosa non esclude l’altra.
Io lavoro al computer, scrivo al computer, mantengo alcuni importanti rapporti personali tramite mail, blog e social network.
E, guarda un po’, riesco comunque a fare delle passeggiate in bicicletta, a camminare all’aria aperta (almeno un paio d’ore a settimana), a viaggiare e a leggere libri “veri”, oltre che i famigerati ebook.
Nessuno mi ha mai detto che una cosa esclude l’altra.
Nessuno mi ha mai impedito di farmi una pedalata, salvo poi fermarmi a un parchetto a controllare la mailbox seduto all’ombra di un viale alberato.
C’è un certo luddismo di ritorno.
Molto radical chic, a dire il vero. Di solito quelli che sparano sermoni sulla vita reale sono a loro volta blogger e comunicatori che vivono praticamente 24 h/d sui social network.
In altre parole: mi sembrano dei poseur. Ne conosco parecchi.
Gli altri, quelli che diffondono le scemenze che dicono i poseur, sono invece dei distratti. Persone che leggono una frase scritta in modo accattivante e che pensano: “Figo! Certo che sarebbe bello tornare a vivere all’aria aperta“. E condividono queste facilonerie con un click, salvo poi dimenticare la questione.
Che poi è vero: la Rete può causare dipendenza, e anche guai fisici. L’eccessiva sedentarietà è causa di un sacco di malattie. Non sono certo io a dovervelo spiegare.
Considerando però che queste sciocche polemiche vengono divulgate da 30-40enni, a me viene sempre da rispondere: Fatti una passeggiata, leggiti un “libro” vero, vai a teatro… Poi tanto ci terrai a far sapere tutto ciò con uno status su Facebook.
E in tutto ciò non c’è nulla di male.
Si chiama evoluzione tecnologica, bellezza.
Potremmo poi discutere per giorni sull’imbarbarimento del Web e su quanto la Rete 2.0 venga sfruttata poco e male (anzi, malissimo). Ma questo sarebbe un argomento OT, rispetto al post che state leggendo.
Concludo aggiungendo che tali polemiche, oltre a essere idiote, sono anche offensive.
Io sul Web ci lavoro. Ciò che creo è digitale, ma esiste. C’è, viene comprato, scaricato e condiviso, perciò nessuno può definirlo non reale o finto. Chiunque sostiene il contrario sa di mentire. Forse però non sa che – appunto – sta anche offendendo molte persone.
Tra cui me.
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