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Il Bollodromo #11: Lupin - L'avventura italiana (episodi 1-4)

Creato il 01 settembre 2015 da Babol81
E così, ci siamo arrivati. Domenica 30 agosto, su Italia 1, è cominciata ufficialmente la quinta serie di Lupin, chiamata per l'occasione Lupin III - L'avventura italiana e trasmessa in esclusiva solo nel nostro Paese (per ora). Sarà valsa la pena di attendere non solo le mattane Mediasettare, ma anche la fine del già lunghissimo Hulk di Ang Lee, che per l'occasione Italia 1 ha fatto durare 2 ore e 35 minuti? Mah.
Il Bollodromo #11: Lupin - L'avventura italiana (episodi 1-4)
Prime considerazioni generali

Premesso che durante la sigla (per fortuna utilizzata solo UNA volta, all'inizio, e non per ogni episodio) ho schiacciato il tasto "mute" senza pormi troppe domande, per me il primo shock derivante dalla visione di Lupin - L'avventura italiana non è stato quello di udire laMMerda di Moreno feat Giorgio Vanni, bensì le orride voci di Lupin e Jigen. La colpa è mia, che da anni non guardo i film o le serie di Lupin in italiano e che quindi non mi sono preparata psicologicamente, rimanendo condizionata come i cani di Pavlov a reagire solo alle voci dei cari estinti Roberto del Giudice e Sandro Pellegrini, ma cercare due doppiatori più vicini a quelli storici vi faceva così schifo? Bah! A parte questo "trascurabile" dettaglio, c'è da dire che la serie è, almeno per quel che riguarda l'aspetto tecnico, di qualità superiore. Il character design è ispirato interamente a quello de Il castello di Cagliostro e de La cospirazione dei Fuma (in generale, dunque, ci si è ispirati allo stile dello storico animatore Kazuhide Tomonaga) quindi i personaggi hanno uno stile vintage e gradevole mentre colori, chine e sfondi fortunatamente sono assai simili a quelli di Fujiko Mine to iu onna, per me il punto più alto mai toccato da un prodotto legato alla creatura di Monkey Punch. L'avventura "italiana" del titolo per ora si è limitata a toccare San Marino e quello che mi è sembrato essere un "omaggio" a Scampia, per il resto gli unici elementi nostrani sono l'utilizzo di nomi o cognomi italiani (non sempre), di piatti tipici come la pasta alla carbonara e, nemmeno a dirlo, di stereotipi come mafia o calcio; purtroppo, un'altra cosa non pervenuta è la colonna sonora, della quale non ricordo neppure una nota. Altra cosa da evidenziare è l'idea di realizzare una serie non necessariamente fatta di episodi slegati tra loro, bensì collegati da una sottotrama che, al momento, prevede la presenza di un'ereditiera annoiata e di un semi-invincibile agente del MI-6. "Da evidenziare", ovviamente, non vuol dire necessariamente positiva, perché questa scelta presenta più di un rovescio della medaglia, non ultimo l'inevitabile sottoutilizzo dei personaggi principali a favore di queste new entries delle quali poi, fondamentalmente, non frega una cippa a nessuno. Per dire che in quattro puntate Goemon si è limitato a tagliare un ramo e un cartello dell'autostrada, comparendo SOLO in due episodi. Inaudito. Ma parliamo ora brevemente dei singoli episodi.
Il Bollodromo #11: Lupin - L'avventura italiana (episodi 1-4)
Episodio 1: Il matrimonio di Lupin III
Come da titolo, Lupin si sposa e viene introdotto il fil rouge della serie, ovvero l'ereditiera Rebecca Rossellini, alias "il personaggio potenzialmente interessante ma sfruttato da schifo". Vista la sua presenza in tutti e quattro gli episodi, si capisce che la frizzante biondina sarà il legame tra Lupin e l'Italia, nonché il mezzo per il recurring joke legato a matrimonio, mancato divorzio e regalo di nozze sprecato dalla bella Fujiko. A proposito della procace miss Mine (il cui cognome viene finalmente pronunciato alla giapponese e non all'inglese, mentre Goemon rimarrà sempre pronunciato alla francese, chissà perché...), il personaggio femminile con le palle in grado di tenere testa al protagonista l'aveva già creato Monkey Punch negli anni '70, c'era il caso di introdurne un altro giusto per aumentare il numero di quote rosa? Più che altro perché Rebecca la prima moglie fa davvero poco e nulla negli altri tre episodi, quindi MEH. Che è poi il giudizio complessivo dell'intero primo episodio, una classica avventura "alla Lupin" senza particolari guizzi.
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Episodio 2: Il falso fantasista
Il primo degli stereotipi italiani che compare di prepotenza nella serie è quello dell Belpaese come patria del calcio. Il secondo, che segue a ruota sulla scia della corruzione presente all'interno delle società sportive nostrane, è OVVIAMENTE il mafioso, di cui si sentiva la mancanza, nevvero? Più un episodio di Prendi il mondo e vai o Questa allegra gioventù che uno di Lupin, alla fine il ladro gentiluomo invece di spillare soldi al calciatore apparentemente zamarro ma in realtà indomito e colmo di coraggio (un samurai, praticamente! Risate registrate, prego), gli chiede TRE gol per poter vincere alla schedina. Inqualificabile, forse l'episodio peggiore dei quattro. Ah, l'MI-6, nemesi di questa quinta serie, viene introdotto forzatamente dal momento in cui Lupin, per scoprire notizie su detto calciatore, si infiltra nei loro database. Mah.
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Episodio 3: 0.2% possibilità di sopravvivere
La puntata comincia benissimo, con un bel Jigen seminudo ripreso con il meraviglioso stile patinato tipico degli yaoi, raggio di sole soffuso e gocciolina d'acqua tra i capelli annessi. Asciugo la bava per aggiungere che, ormone a parte, l'episodio 3, salvo un paio di momenti WTF comprensivi di un principe inglese bauliccio e un agente segreto del MI-6 dalle abilità a dir poco peculiari, è forse il migliore finora. Sempre poca roba, ma almeno l'agente segreto potenzialmente è interessante. Certo, Warren Ellis si metterebbe le mani nei capelli ma... insomma, avete capito, suvvia.
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Episodio 4: Il tiratore scelto
Il sommo diludendo del mucchio!! Dico, mi preannunci una puntata INTERAMENTE dedicata a Jigen, con tanto di tripletta dente che duole + probabile interesse amoroso + showdown alla maniera western... e me lo incentri interamente su un vecchietto, sull'imbarazzante Eric il NON letale e, soprattuttamente, ti inventi una trama imbecille per evitare che Jigen usi la pistola???? Sinceramente, non capisco perché mai in questa serie nessuno dei personaggi utilizzi le abilità che più gli sono consone. Jigen viene definito "cecchino" (seh, come se in tutte le serie se ne fosse rimasto fermo immobile ad aspettare la gente passare come un qualsiasi American Sniper, al massimo me lo chiamate PISTOLERO, grazie-sai!) ed effettivamente non si è ancora esibito nelle sue geniali abilità con la pistola, Goemon centellina la spada, Fujiko non ha ancora mostrato non dico una tetta ma nemmeno una coscia e Zenigata... beh, Zazà è l'unico che ci ha guadagnato visto che non ha ancora fatto nessuna delle sue figure barbine. Non ci siamo, gente.
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Conclusioni
La tanto attesa serie Lupin - L'avventura italiana ha confermato le mie peggiori paure, ovvero quella di essere un prodotto per ragazzini che strizza l'occhio ai fan della vecchia scuola, in soldoni un ibrido fastidioso incapace di soddisfare nessuno dei due target. Ai ragazzini non fregherà infatti una cippa, perché le puntate sono di una noia mortale, mentre i vecchi come me si ritroveranno a rimpiangere le vecchie serie, esclamando "una volta qui era tutta campagna!!" e "dove finiremo mai, signora mia!". Insomma, considerato anche che per quattro episodi mi sono dovuta sorbire OTTO interruzioni pubblicitarie infestate dai promo del documentario su FEDEZ (ma non era più interessante uno speciale sulle oloturie? Minkia per minkia...), la serata tanto agognata è stata una bella sòla. I prossimi due episodi andranno in onda domenica prossima, in una fascia oraria da conciliazione del sonno (23.30? Lunedì si lavora, belinoni!!!!) e il titolo del primo, interamente incentrato su Fujiko, sarà La mano sinistra del mago. Non voglio nemmeno pensare cosa ci farà con quella mano sinistra. ENJOY!

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