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Il Bollodromo #9: Wayward Pines (2015)

Creato il 12 agosto 2015 da Babol81
Anche se non ne ho mai parlato sul blog, ogni tanto capita anche a me di guardare delle serie TV. The Walking Dead, con tutti i suoi difetti, e American Horror Story sono due appuntamenti imprescindibili ma ultimamente ho cominciato ad appassionarmi anche a True Detective. A onor del vero, sono una spettatrice incostante per mancanza di tempo: una decina di anni fa non perdevo una puntata di Buffy, E.R., Alias, Streghe, X-Files o Heroes ma ora ho lasciato perdere serie già iniziate come Once Upon a Time, The Strain, Bates Motel, persino The Big Bang Theory perché troppo lunghe e difficili da recuperare. Nonostante questo e nonostante il mio atavico odio per M. Night Shyamalan, quest'estate ho però guardato per intero la miniserie Wayward Pines, prodotta proprio dall'indianaccio banfone e tratta dalla trilogia di romanzi di Blake Crouch. Ne è valsa la pena? Mah...
Il Bollodromo #9: Wayward Pines (2015)
Di cosa parla?
A seguito di un incidente stradale l'agente speciale Ethan Burke, alla ricerca di due colleghi scomparsi, si risveglia nell'ospedale di Wayward Pines. Apparentemente nella cittadina sono tutti molto gentili, se non fosse che Ethan non può più né uscire da Wayward Pines né contattare i suoi familiari o il suo capo; quel che è peggio è che nel paese vigono regole inquietanti e chi non le rispetta fa una brutta fine. Ad aggiungersi alle stranezze c'è anche il fatto che Kate, una dei due colleghi scomparsi di Ethan, sembra ormai avere dimenticato il suo passato mentre l'altro collega è morto...
Cose che mi sono piaciute
Shyabadà sarà anche un maledetto ma devo ammettere che le prime due, tre puntate di Wayward Pines mi avevano inchiodata alla poltrona. Cercare di capire cosa si nascondesse sotto la cittadina era intrigante, gli attori erano di mio gusto (e poi, nonostante ormai sia sfatta come il tagliolino al pesto che ho mangiato, a quel gran puchiaccone di Juliette Lewis voglio sempre bene) e la serie aveva quel giusto grado di misterioso weird in grado di mettermi in una disposizione d'animo molto indulgente. Certo, Wayward Pines non è nemmeno lontanamente parente di Twin Peaks, come hanno cercato di far credere fin dai primi trailer, ma le prime puntate avevano un accenno di personalità per nulla spiacevole. Altri punti di forza, la brevità (10 puntate in tutto), cosa sconosciuta ahimé agli autori dell'orrido Under the Dome (che stanno mungendo un romanzo di neanche mille pagine da ben TRE stagioni) e il finale incredibilmente pessimista e debitore di un certo tipo di horror che adoro. Peccato per tutto quel che sta nel mezzo...
Cose che non mi sono piaciute
Il problema di Wayward Pines è LA cazzata col botto che viene data in pasto allo spettatore più o meno alla sesta puntata. Una roba che forse al confronto gli squali tempestini di Sharknado sono dei capolavori di plausibilità e realismo. In tutto questo, forse scossi dall'esplosione di quest'incredibile meenkiata che ovviamente non vi racconterò per evitare spoiler, gli attori principali (perlomeno, quelli rimasti, ché Wayward Pines vantava grandi nomi ma in soldoni si sono visti davvero poco...) smettono di recitare e cominciano ad indossare tutti un impermeabile di scazzo cosmico e fissità oculare che non risparmia nessuno, neppure l'ex ragazzo della 56sima strada Matt Dillon. Dopo LA cazzata col botto a me è passata la voglia sia di guardare la serie, che ho finito per inerzia giusto per vedere dove sarebbe andata ancora a parare, sia di recuperare i romanzi di Blake Crouch che, con tutto il rispetto, m'è sembrato il solito autorucolo "spugna", privo di qualsivoglia originalità.
E quindi?
E quindi Wayward Pines è la tipica miniserie horror/fantascientifica da guardare senza impegno d'estate. Aspettatevi il sommo diludendo tipico dei prodotti che promettono un sacco di cose senza mai mantenerle e consolatevi, è una roba che per fortuna dura poco.
Il Bollodromo #9: Wayward Pines (2015)

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