«La stampa è la tecnologia dell’individualismo», diceva il sociologo Marshall McLuhan nella sua famosa opera La Galassia Gutenberg: nascita dell’uomo tipografico (1976), nella quale studia il cambiamento della coscienza che si è verificato con la nascita – e il conseguente sviluppo – della stampa a caratteri mobili. Un’invenzione che, per il sociologo, ha generato forme di dualismo, in altre parole la presenza di due idee spesso contrastanti fra loro.
Eppure, con l’avvento della stampa, si delinea sempre più una situazione in cui l’uomo tende ad assumere la consapevolezza di se stesso e degli altri, e trova un modo per comunicare con il prossimo: «Il mezzo è il messaggio», così l’autore di quel mirabile saggio vuole porre l’accento su un nuovo atteggiamento dell’individuo, che con i mezzi di comunicazione di massa ha letteralmente reinventato la propria individualità e, di riflesso, la società che lo circonda.
Tuttavia i mass media generano nuovi spazi di socializzazione, e la conseguente formazione dell’opinione pubblica che per Jürgen Habermas: «Passa per pubblica l’opinione di gruppo che si sia affermata oggettivamente come opinione dominante: il singolo membro del gruppo ha un’idea (eventualmente errata) del peso della sua opinione e del suo comportamento, cioè di quanti e quali altri membri del medesimo gruppo condividano o respingano le idee o le abitudini da lui rappresentate».
Ma in questo scenario, quale funzione ha oggi il libro? Per McLuhan, si è detto, la stampa ha portato all’individualismo – e ha reso possibile l’era moderna –, ciononostante oggi si tende a usare il libro come un mezzo per unire le persone. Sì, perché grazie all’avvento dei social network – primo fra tutti Facebook – le persone sono portate a condividere qualcosa di sé. L’ingresso dei mezzi di comunicazione mediali ha prodotto profondi cambiamenti nella società odierna, cosicché sono stati coinvolti tutti i macrosettori che la compongono: la sfera privata – determinata dai rapporti interpersonali – e la sfera pubblica, come l’ambito lavorativo, non da ultimo l’educazione.
Il fenomeno del social networking, determinato dall’avvento del Web 2.0, ha attivato nuovi modi di comunicare con gli altri, perciò sono nati nuovi spazi in cui milioni di user si tengono in contatto, e vanno perfino alla ricerca di un nuovo posto di lavoro – e anche qua, sì, si sono verificati dei cambiamenti nel modo di pensare lo stesso, giacché è sempre più frequente lavorare da casa mediante l’utilizzo del computer e di una connessione a Internet –, vivono insomma vite parallele.
Da queste premesse nascono eventi che cercano di coinvolgere le persone, come il primo Bookdate di Milano, in cui il vero protagonista è il libro. Il prossimo 8 ottobre, infatti, alla libreria Open di Milano, due esperti «libroterapeuti» coinvolgeranno le persone in un nuovo e accattivante gioco letterario, che permetterà di superare l’ostacolo del primo appuntamento «al buio» − sì, lo so, la tentazione di pensare a quei film in cui le persone partecipano a questi appuntamenti, e spesso si ritrovano lì senza sapere bene che cosa dire, è tanta −, ma ad aiutarli ci pensa lui: il libro, che forse riesce meglio di qualsiasi altra cosa a unire le persone.
L’evento, creato in collaborazione con l’Accademia della Felicità – società di coaching e formazione, il cui scopo è fornire alle persone gli strumenti pratici necessari per realizzarsi in ambito personale e sul lavoro –, mediante lo slogan “Basta portare con voi la vostra passione per la lettura e il vostro libro del cuore. Sarà anche un modo per scoprire nuovi autori e storie che si potranno aggiungere alla vostra libreria personale per accompagnarvi alla scoperta di nuovi territori dentro di voi”, permette non solo di conoscere gli altri, ma anche di capirsi un po’ di più.
Per la data dell’8 ottobre si è già registrato il tutto esaurito e le premesse affinché l’evento abbia successo sono buone. Così, si proverà a instaurare anche le dinamiche per la creazione di un «gruppo», termine che è stato studiato da più parti, e che per Kurt Lewin, pioniere della psicologia sociale, il fattore critico che determina la realizzazione del gruppo stesso è l’esperienza e un destino in comune. L’esperienza in comune, perciò, potrebbe essere l’evento di Milano, i risultati ottenuti si conosceranno in seguito, tuttavia di positivo c’è che l’occasione è giusta per rendere omaggio al libro, e creare nelle persone l’abitudine sempre più frequente a leggere.
In fondo, l’uomo è legato inscindibilmente alla narrazione come spiega Jonathan Gottschall, docente di letteratura al Washington & Jefferson College di Pittsburgh ed esponente dei darwinisti letterari americani, nel suo libro L’istinto di narrare. Come le storie ci hanno reso umani (Bollati Boringhieri, 2014): «Le storie saturano le nostre vite: spendiamo quasi la metà delle ore di veglia in mondi immaginari – siano essi film, romanzi, giochi o anche solo sogni ad occhi aperti. Il fascino delle storie attraversa tutte le culture, ed è innato. Ecco perché pensiamo che, come tutti i comportamenti che superano il setaccio della selezione naturale, anche narrare sia stato un vantaggio per la specie».
L’uomo, dunque, è portato per natura a raccontare – e a raccontare se stesso –, poco importa se il mezzo utilizzato è diverso, l’importante è appunto far giungere correttamente il messaggio a chi lo ascolta. Per i creatori del Bookdate, dunque, i libri sono il mezzo principale con cui i partecipanti all’evento comunicheranno fra loro. In fondo, sempre per Jonathan Gottschall: «I personaggi della finzione narrativa non sono nient’altro che gocce d’inchiostro sulla carta (o tracce chimiche sulla celluloide). Sono persone d’inchiostro. Vivono in case d’inchiostro dentro città d’inchiostro. Fanno lavori d’inchiostro. Hanno problemi d’inchiostro. Sudano inchiostro e piangono inchiostro e, quando si feriscono, sanguinano inchiostro». I personaggi dei libri sono come noi, ed è per questo motivo che leggere ci fa immedesimare nelle loro storie e avventure, cosicché, alla fine, se ne possa parlare con qualcun altro che ha condiviso la stessa esperienza.
Written by Maila Daniela Tritto
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