È certamente una buona notizia quella secondo cui in Italia, ma anche nel resto del mondo, si assista da qualche tempo al boom dei viaggi green, ovvero quelle vacanze organizzate all’insegna del turismo responsabile.
Nel nostro Paese si tratta di una abitudine consolidata da un po’. In quest’ottica sono nate anche alcune certificazioni di qualità come il Luxury Eco Certification Standard (LECS) che monitorano l’aderenza delle strutture ricettive ai principali standard di rispetto ecologico che comprendono la gestione energetica e del riciclo dei rifiuti.
Anche fuori dai confini nazionali è possibile sviluppare delle vacanze di turismo responsabile. Basta solo informarsi un po’ rispetto a quelli che sono i progetti in atto nelle zone di nostro interesse. Una delle aree più attive in tal senso è quella del Mar Rosso lì dove è già dal 2007 è partito il progetto “Scuba Tourism for the Enviroment”.
L’obiettivo del progetto è quello di studiare la biodiversità di queste zone e proporre a turisti e locali un set di regole che servano proprio a conservare questi delicati ecosistemi.
Al progetto ha contribuito anche l’Università di Bologna con il suo Marine Science Group che è andato ad analizzare circa 90 punti di immersione nell’area di Taba nel Mar Rosso, nella zona orientale della Penisola del Sinai, ad una profondità compresa tra gli 11 ed i 20 metri.
I risultati della ricerca condotta dall'Università di Bologna: la maggior parte dei punti di immersione analizzati hanno mostrata livelli di biodiversità sufficienti mentre in tre punti si è sperimentato un livello di eccellenza.
Per gli appassionati di immersione il consiglio è di andare sul posto, magari approfittando di qualche offerta online, per godere del meraviglioso paesaggio marino offerto dal Mar Rosso, a Taba in particolar modo, ovviamente rispettando tutte le regole di base per il corretto mantenimento di questa splendida risorsa naturale.
Come preservare questi ecosistemi?
Due le regole principali suggerite della ricerca. La prima è quella di non dare per nessun motivo cibo ai pesci locali ed in seconda istanza non asportare pietre e coralli trovati lungo la barriera, anche quando questi appaiono frantumati o danneggiati. Quest’ultima, oltre ad essere una regola di rispetto ambientale, è anche una legge locale che, se non rispettata, può costarci il pagamento di una salata multa.
