
Le grandi compagnie di assicurazioni europee stanno ormai da tempo guardando al continente africano per incrementare i loro affari.
E pare che il business riesca.
Hanno iniziato con gli agricoltori,i pescatori,gli allevatori, confortate dal Global Index Insurance Facility, un progetto della Commissione europea per l’accertamento delle condizioni climatiche portatrici di possibili disastri naturali e poi, ancora, con quella classe media (impiegati- funzionari-militari) di un Africa,che può permettersi questo genere di spesa e, ultimamente sono approdati, infine, alla sanità, nervo scoperto del continente nero.
Di assicurazioni sanitarie, come non è difficile immaginare, in Africa c’è, infatti, un enorme bisogno.
Anche se, nei fatti, per la grande maggioranza della popolazione,che stenta a procurarsi l’essenziale, è decisamente impossibile il solo poter pensare di stipulare una polizza.
La caratteristica della ripartizione delle fette assicurative per le compagnie europee ha guardato e guarda soprattutto alle ex-colonie.
Ossia compagnie britanniche e francesi hanno scelto la loro clientela nelle rispettive ex-colonie. E questo perché, in precedenza, hanno monitorato la crescita progressiva della classe media che, per loro, rappresenta appunto la gallina dalle uova d’oro.
Sono poi anche nate compagnie locali che,pur funzionando in autonomia, si appoggiano alle case-madri europee.
Grande supporto è offerto alle compagnie anche da una discreta espansione della telefonia mobile in Africa dai costi di gestione piuttosto contenuti.
Pertanto con i cellulari, accessibili ai più, e quindi senza recarsi sul posto, si possono realizzare numerose operazioni, controlli e pagamenti.
Il Kenya, molto attrezzato tecnologicamente, ad esempio, ha ufficializzato una crescita di profitti per le assicurazioni mediche nel Paese nientemeno che del 300% .
E tutto nel giro di pochissimi anni.
Cioè non appena è partito l’investimento delle compagnie in loco.
Il passo successivo di tutte le compagnie vorrebbe essere quello di una polizza assicurativa sul rischio vita ma non è una cosa semplice in considerazione del contesto socio-politico, un giorno e l’altro pure, piuttosto instabile.
E poi gli eventi legati al clima e poi ancora, in particolare, il fattore “salute” a rischio un po’ per tutti.
Ricchi e poveri, indifferentemente.
Perché certe malattie (penso all'ebola , per esempio) in Africa, non guardano di certo al censo o alle tasche piene o vuote.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)





