Di che cosa è fatto il mondo?
Domande semplici come questa stuzzicano il nostro intelletto da quando l’umanità è capace di pensiero razionale. Certo, oggi ci poniamo l’interrogativo in modo molto più elaborato e raffinato, e ottenere le risposte è assai più complesso e costoso. Ma la domanda di fondo rimane molto semplice.
Duemilacinquecento anni fa tutto ciò che i filosofi greci avevano a disposizione per indagare il mondo circostante era il senso della bellezza e dell’armonia della natura, unito alla potenza del ragionamento logico e all’immaginazione, applicati alle cose percepite con i meri cinque sensi. Visto in retrospettiva, è davvero straordinario quanto siano riusciti a capire.
I Greci furono attenti a distinguere tra forma e sostanza. Il mondo è fatto di sostanza materiale, la quale può assumere una moltitudine di forme diverse. Empedocle, filosofo siciliano del quinto secolo a.C., ipotizzò che questa varietà si potesse ridurre a quattro forme di base, che oggi chiamiamo «elementi»: terra, acqua, aria e fuoco. Questi elementi erano considerati eterni e indistruttibili; legati insieme in combinazioni romantiche dalla forza attrattiva dell’Amore e separati dalla forza repulsiva dell’Odio, essi davano origine a tutto ciò che esiste nel mondo.
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Il lavoro di questi scienziati è stato l’ultimo passo di una grande tradizione fatta di intuizioni sul funzionamento della natura che vanno sempre sottoposte al vaglio dell’esperimento. E questo straordinario libro di Jim Baggott riesce a farci assaporare tutte le emozioni di questa storica avventura.
Jim Baggott, Il bosone di Higgs, L’invenzione e la scoperta della «particella di Dio», a cura di Franco Ligabue, Biblioteca Scientifica, Adelphi, 2013.