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Il bournout degli insegnanti

Da Rossellagrenci

IL BOURNOUT DEGLI INSEGNANTI

Il bournout degli insegnanti? Una vera e propria “malattia”.

«Fare l’insegnante è un mestiere usurante», spiega Anna Di Gennaro, responsabile del primo e, finora, unico sportello di ascolto per docenti in crisi, aperto alla fine del 2010 a Milano nella sede di Diesse Lombardia, in via Pergolesi. In questa veste ha recentemente scritto una lettera aperta al ministro Gelmini chiedendo di introdurre l’“anno sabbatico” per gli insegnanti a rischio burnout.


Maestra elementare per trent’anni, Di Gennaro è colpita proprio dal “mal di scuola” e, in Commissione medica, viene visitata dal dottor Vittorio Lodolo D’Oria, uno dei pionieri italiani nello studio della sindrome burnout. La maestra decide di venirne fuori, si cura, lascia la scuola e si butta nell’aiuto ai tanti colleghi malati. Dal 2004 risponde alle domande di insegnanti in crisi sul sito Orizzonte scuola, mentre da qualche mese è impegnata allo sportello milanese.

«In Italia – denuncia – questa malattia è ancora poco conosciuta e assolutamente non riconosciuta dalle istituzioni scolastiche che, finora, non hanno fatto nulla sul versante della prevenzione. Adesso, però, c’è una legge, il Testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, che obbliga i dirigenti scolastici a tutelare la salute degli insegnanti e degli alunni».

Già, perchè un professore che “impazzisce” può fare danni anche molto gravi in classe. «Ogni volta che leggiamo sui giornali di episodi di violenza o simili, che riguardano insegnanti, possiamo quasi essere certi che si tratti di burnout non capito, sottovalutato e, quindi, non curato», ricorda Anna Di Gennaro.

All’estero, invece, il “mal di scuola” è conosciuto e assolutamente non sottovalutato. In Francia, a La Verrier, un sobborgo di Parigi, c’è addirittura un ospedale psichiatrico per insegnanti depressi, aperto dopo una serie impressionante di suicidi tra professori e maestri. In Inghilterra, è comune a tutte le scuole l’abitudine di riunire, almeno una volta al mese, l’intero corpo docente per affrontare, tutti insieme, il “rischio burnout”.

http://www.avvenire.it/


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