E mentre abbiamo una Dilma che non passa giorno senza fare qualche affermazione sulla grandezza del Brasile, c’è qualcuno che sembra abbia i piedi per terra.
La Presidente Dilma Rousseff ha affermato questo lunedì(28) che la politica fiscale, il controllo dell’inflazione, la distribuzione di rendita e la generazione di nuovi posti di lavoro sono i fattori responsabile per il “blindaggio” del Brasile in questo momento di crisi internazionale.
“Davanti alla crisi, abbiamo tutte le chances per continuare crescendo, perché il Brasile è maturato economicamente. Siamo un paese che sa crescere, mantenere la stabilità, non diventa matto indebitandosi là fuori, come si faceva prima. Abbiamo una inflazione che piano piano arriverà alla meta prescelta, una politica fiscale seria. Il Brasile ha anche un processo di distribuzione di rendita, forse il maggior responsabile per questo “blindaggio” in relazione all’estero", ha detto in un discorso a São Gonçalo do Amarante, nel Rio Grande do Norte.
E’ chiaro che, davanti a una economia in crisi, davanti ad alcuni Stati moribondi, il Brasile ha certamente alcune chances per crescere, ma non lo vedo motivo di orgoglio questo. E poi di quale processo di “distribuzione di rendita” parla? Il Brasile è uno dei Paesi con maggiore disuguaglianza sociale ed economica. Io non vedo questa distribuzione.
Dilma ha anche detto che, attualmente, "arrivare alla quinta potenza" è più vicino per il Paese. "Ma noi non vogliamo diventare la quinta potenza [strano,perché qualche giorno prima aveva affermato il contrario], vogliamo essere un Paese senza povertà, un paese di classe media", ha affermato.
Per fortuna c’è qualcuno che pensa (e parla) diversamente.
L’ex-governatore di São Paulo, José Serra (PSDB) ha criticato, sempre nello stesso giorno (28) la posizione del Brasile nello scenario internazionale.
Citando indicatori economici e sociali, ha detto che il Brasile è ancora piccolo. "Il Brasile ancora è, nel contesto dell’economia mondiale, per incredibile che sembri, un paese piccolo", ha detto il “tucano” in una conferenza durante il 7º Congresso Paulista dei Giovani Imprenditori, presso la Fiesp (Federação das Indústrias do Estado de São Paulo).
Serra fece un esempio: il Brasile rappresenta il 3% del PIL (Prodotto Interno Lordo) mondiale, 2% del commercio mondiale e rimane nella 75º posizione per rendita pro capite, tra le altre cose.
"Abbiamo una sfida molto grande davanti, che è vincere questo quadro di sottosviluppo, di non sviluppo, di modestia in relazione all’avanzamento sociale e maggior peso nell’economia mondiale."
"Il Brasile è l’unico paese al mondo che non ha abbassato gli interessi bancari, è stata una cosa fenomenale, non c’è errore di economia politica più spettacolare di questo, è uno dei più grandi errori del mondo, che diventerà un caso da studiare nei corsi di economia e di amministrazione nel mondo"
In un’altra critica, Serra ha affermato che il settore pubblico è diventato un’area di ricordi "Nel Brasile c’è molta gente, compresa nell’élite, che pensa questo: questo paese non si può riparare', uno soffre, l’altro gode. Il governo e il settore pubblico passeranno a essere zona di ricordi di chi non ha fede nel Brasile."
Una cosa è certa: non sono le dimensioni a fare grande un Paese, e nemmeno i discorsi altisonanti. Avremo modo di vedere la reale crescita del Brasile.
fonte: Folha.com