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Il bravo ragazzo

Creato il 26 luglio 2011 da Peppiniello @peppiniello

Una delle cose che più spesso si leggono in giro, ma che vengono dette con una certa insistenza anche a livello di parlato comune, è che il bravo ragazzo non piace alle femine; a queste invece piace il cattivo ragazzo, il bad boy, o per dirla all’italiana, alle femine piacciono gli stronzi.

La rete pullula di consigli su come ci si dovrebbe comportare; consigli che alle volte possono essere anche giusti; estrapolo una vaga caratterizzazione da un articoletto trovato in rete:

” in generale una cosa da non fare è assecondarle sempre e a prescindere;

Il bravo ragazzo, colui che dice sempre sì, che cerca sempre di fare quello che dice la sua donna o compagna, manca di virilità, non è abbastanza uomo e non crea interesse.

La donna ama vedere nel suo uomo colui che ha il controllo del rapporto, che è sicuro di sé, capace di criticare e di discutere una scelta e soprattutto l’uomo deve essere capace di prendere le decisioni”

Ok. Le cose dette qui sopra sono anche giuste. Ma quello che non trovo in giro è una vera caratterizzazione del bravo ragazzo; chi è sto diavolo di bravo ragazzo? come ci diventa? e quali sono i motivi del suo scarso successo con le femine?

Chi è il Mr Nice Guy?

Sgombriamo il campo da una prima affermazione fasulla: non è affatto vero che le femine vogliono uno stronzo, se per stronzo si intende un tipo che si comporta male, inaffidabile, scorbutico, menefreghista, e tutto fuorchè gentile. Chi consigli ad un presunto bravo ragazzo di iniziare a trattar male le femine al fine di conquistarle, da un consiglio clamorosamente sbagliato; ed è sbagliato perchè si rimane ad un livello di superficie, di meri comportamenti, e non si indaga cosa ci sia al di sotto.

Altra precisazione: il diventare nice guy non è un rischio di qualsiasi maschio; i nice guy in genere sono maschi sensibili, dall’animo romantico e gentile; il padre del nice guy ha di solito caratteristiche opposte: sarà un tipo pratico, deciso, un po’ rozzo, che non ci va troppo per il sottile (tenete a mente questo particolare)

Proponiamo una prima definizione: il nice guy è un ragazzo la cui psiche è alleata con la madre, ed è contro il padre. C’è chiaramente il complesso di edipo in questa caratterizzazione (ma dove non ci sta edipo? LOL) ma non mi avventuro in disamine di edipo, ci porterebbe troppo lontano (oltre a non esser titolato per una dissertazione in merito)

La psiche di un adolescente è labile, malleabile e sopratutto ambivalente: il nostro bravo ragazzo si ritrova, non certo per scelta, ad allineare la sua pische lungo le coordinate della psiche feminile. Si identifica con questa, si identifica con la madre, e tipicamente, nei litigi genitoriali, prende le parti della madre (anche se magari esteriormente non lo dà a vedere) e soffre quando il padre fa soffrire la madre.

La madre del nostro nice guy è quella che in genere si definisce madre castrante: in genere è una femina molto apprensiva, che tenta costantemente di tenere il figlio alla larga dai pericoli, lontano dai rischi, in una idelae campana di vetro che lo protegga sempre; ha sempre paura per lui, e tenta di tenerlo lontano da quello che per lei è uno dei principali pericoli: gli altri maschi! Quelli brutti sporchi e cattivi, che stanno in mezzo alla strada, che si scazzottano per un nulla, che sbagliano, si fanno male, che spesso fanno cazzate.

La madre tenta in tutti i modi di far capire al figlio che quello è un modello di maschilità sbagliato (come è sbagliato il modello di maschilità rappresentato dal padre); lui deve esser diverso, lui non deve far soffrire le femine, e in primo luogo non deve far soffrire lei, la madre, la principale delle femine.

Ripeto: psiche alleata col feminile, ed esclusione indotta dalla comunità maschile, dalla comunità dei pari di sesso maschile. Il bravo ragazzo di solito non si trova bene con i suoi pari, li trova stupidi, imbecilli, mancanti di profondità (tutte cose che in genere pensano le femine  ).

Rifiutando come sbagliato il mondo del padre, il nostro si trova senza modelli cui attingere, e si sviluppa lungo coordinate tipicamente feminili: sarà un tipo generalmente timido, che non si espone, che non corre inutili rischi, un po’ pauroso, indeciso e vagamente contemplativo più che uno votato all’azione (tutte caratteristiche che, come vedete, non giocano un gran bel ruolo in ambito seduttivo).

Sarà uno che avrà incorporato il monito del non far soffrire le femine, e che prima di ogni cosa, prima di ogni mossa verso una femina, istintivamente si chiede: e se poi lei ci rimane male? non sarà mica sbagliato quello che sto facendo? vedendo così  in ogni femina una proiezione della madre, ed in se medesimo un padre diverso, gentile, che questa volta non la farà soffrire.

Sarà un maschio esitante, non centrato sulla propria maschilità (qualcuno direbbe senza palle); che prima di ogni mossa chiederà il permesso, che deve sempre sentirsi validato, che necessita dei permessi per andare avanti. Un maschio terribilmente indeciso ed imbelle, una sorta di maschio-femina, ideale per lunghe conversazioni, un amico fantastico, ma che non stimola l’erotismo manco di una ninfomane.

Le femine cercano un uomo, uno che si possa prender cura di loro e di una eventuale prole, non un moccioso, uno ancora legato a doppia mandata alla madre. Uno capace di prendere decisioni in base a proprie valutazioni, e di tener fede a quelle una volta che siano state prese. Il nostro è del tutto alieno da tutto ciò.

I rimedi

Come si esce da questa situazione? in primo luogo bisogna staccarsi dalla madre; e parlo di psicologia, che si può avere benissimo 30 anni, lavoro e tutto quanto, ma persistere nella caratterizzazione su descritta. Bisogna emanciparsi: la mamma va sicuramente ascoltata, perchè ci vuole bene; ma non decide lei; si ascolta, ma poi si fa quel che noi troviamo più giusto per noi. Il cordone ombelicale va rescisso una volta per tutte, e all’inizio può esser utile essere un tantino bruschi; lei non capirà, ma fa nulla. E’ per il vostro bene.

Una volta che ci si sia disallineati dalle coordinate feminili, tocca allinearsi una volta per tutte su quelle maschili; Risè parlerebbe di centrarsi sul proprio fallo (in senso metaforico…); bisogna pian piano ricentrarsi su noi stessi e sulla nostra maschilità, il che vorrà dire un percorso vero e proprio di scoperta di quel che vuol dire esser maschi (questa cosa così bistrattata al giorno d’oggi…)

Può esser utile il ricominciare a frequentare attivamente maschi che facciano cose da maschi (non ricchionazzi quindi); lo sport quindi può esser molto utile: la competizione e l’apprendere lo spirito di squadra sono ambedue caratteristiche importanti per la psiche maschile.

Va più che bene il trovare dei punti di riferimento, dei maschi adulti da cui apprendere ed imparare per via imitativa. Poi chiaro, ogni caso fa storia a sè, io do indicazioni di massima, poi sta a voi.

Ma la cosa essenziale, e che va fatta il prima possibile, è l’abbattimento (mateforico cazzo, non vi sto suggerendo di comprarvi una motosega  ) della madre castrante: non siete più dei bambocci, non dipendete da lei (anche se finanziariamente magari si), e siete voi a decidere, non lei.

p.s è palese che io stesso ero uno dei più limpidi esempi di nice guy, e non credo di esserne ancora uscito al 100%; ma il prenderne consapevolezza è il primo necessario step

buona fortuna

Il bravo ragazzo


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