Il giornalismo italiano sembra sprofondare un un buco nero, dove l’attrazione fatale è il “teatrino della politica” e il resto d’Italia, come il mondo intero è assente o secondario.
Luca Ajroldi, su “Il Journal” si chiede come sia possibile che «il giornalismo italiano guardi alla politica interna come stella polare e così sia incapace di raccontare il mondo nel suo complesso».
«E’ mai possibile – si chiede – che si sia talmente avvitato su se stesso da riuscire solo a guardarsi l’ombelico e strologare sull’argomento? Di quanto avviene nel resto del mondo sappiamo solo dai fatti di cronaca nera o da situazioni meteorologiche abnormi.
La Rai, Mediaset, le grandi agenzie giornalistiche hanno corrispondenti in tutto il mondo eppure, per esempio, dell’India conosciamo solo la vicenda dei nostri marò e delle ragazze stuprate. Dalla Cina vediamo solo lo smog di Pechino e la folla di Shanghai che si ammassa e si ferisce cercando di acchiappare monete false. Poi c’è l’Africa, tutta l’Africa. Insomma un continente. Ebbene dall’Africa abbiamo notizia dell’epidemia di Ebola, ristretta a una piccola zona del continente e poco altro. Potrei continuare, ovviamente, ma sarebbe inutile.
Continuando sulla strada che vede tutti i nostri tg e gr, un po’ meno i quotidiani stampati, occuparsi di politica politicata, giochini di correnti, interviste su interviste alla maggioranza, all’opposizione e all’opposizione interna all’opposizione, al gossip parlamentare, al pettegolezzo, alle fantasie talebane di alcuni gruppi parlamentari, stiamo abdicando del tutto a quello che dovrebbe essere il giornalismo con la G maiuscola».
Sarà per questo che si vendono sempre meno giornali e chi ripiana i loro debiti è sempre più determinante, in un circolo vizioso al ribasso, che danneggia tutto e tutti, a partire proprio dai giornalisti professionisti?
P.B.
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