Siamo di fronte all’ennesimo libro per ragazzi che ha l’obiettivo di spiegare ai più piccoli alcune realtà dell’Universo, nel caso specifico il buco nero, questo strano oggetto celeste che deve i suo nome all’incapacità di rilasciare fotoni, cioé luce, a causa della grande forza di gravità che esercita sul mondo circostante.
Come in molti casi del genere la descrizione è semplice ed accurata, fornita di illustrazioni, capace quindi di attirare l’attenzione dei suoi giovani interlocutori che sono anche i protagonisti della storia, insieme all’immancabile Nonno Gino che ha tutte le risposte.
I ragazzi protagonisti vanno dai sette agli undici anni. E il libro sembra più adattarsi ai primi che ai secondi per le modalità di linguaggio. Al contrario per il tipo di argomento, quasars e buchi neri, forse più adatto ai ragazzi delle medie. In realtà non appare, almeno a chi scrive, un libro per entrambe le età, quanto piuttosto per i più grandi, senza il supporto di un insegnate che li accompagni, ma privo di quello che i più grandi probabilmente apprezzerebbero. Per spiegarsi meglio, di fronte alla generazione digitale, l’opera si rivolge a chi può utilizzare strumenti digitali ma lo fa secondo schemi precedenti, mentre il lettore che meglio potrebbe avvalersene ha bisogno di una guida per poterlo al meglio comprendere.
Il Nonno Gino, astronomo in pensione, rappresenta in questa caso il limite dell’approccio. I ragazzi protagonisti del racconto hanno bisogno di lui per comprendere e fare le giuste domande, ma l’interlocutore della scuola primaria dovrebbe avere un proprio Nonno Gino che rispondesse ai molti quesiti che dalla lettura ne conseguirebbero.
Vorrei però essere chiaro. Via il libro cartaceo, non solo perché ha una copertina. Pieno rispetto per il libro digitale. Non è questo che fa la differenza. È che nell’epoca digitale anche il libro cartaceo, stampato, alla Guttemberg, o come preferite, non può non mettersi a confronto con le possibilità del digitale e quindi fornire risposte maggiormente consone al lettore.
Questa considerazione però non vuole sminuire l’opera, che ha uno scopo divulgativo apprezzabile e che però va considerato con il necessario supporto di un adulto interessato, nel caso dei più piccoli, e di un utile approfondimento di vari argomenti, nel caso dei più grandi.
Fonte: Media INAF | Scritto da Francesco Rea