Magazine Psicologia

Il buio oltre la siepe (remake Giuliesco)

Da Simonaruffini
Ho latitato un po'.
Mea culpa.

Dopo l'ultimo esame si sono susseguiti una serie di eventi ansiolitici che hanno portato i miei pensieri lontano dallo scrivere. 

Per alcuni giorni ho sperimentato che cosa volesse dire essere il Gobbo di Notre Dame.

Occhio sinistro gonfio, tosse a volontà e mal di denti a go-go.
Alla faccia del riposo post - ultimo - esame. 
Posso però annunciarvi un lieto evento: ho partorito la mia bambina - tesi. 172 pagine di volume. Una gran bella creaturina. 
Ora manca solo la discussione, che è stata fissata per l'11 Luglio alle 15. 
Questa volta mi toccherà fare il salto della siepe. Due anni fa, quatta quatta, me la sono svignata a brindare lontano da possibili ostacoli da saltare. 
Ebbene si. 
Ho la fobia dell'ostacolo.
Fin da giovincella fingevo sempre un qualche dolore/crampo quando ad educazione fisica c'era la corsa ad ostacoli. 
Mettetemi davanti una formica, una foglia, quello che volete. Io non riesco a saltare. Ho i piedi ben fissati al terreno (al contrario della testa con i suoi pensieri che prendono il volo verso lo spazio infinito).
Questa volta mi hanno obbligata a correre a piedi nudi e a saltare le siepi. Beh il mio saltare sarà molto relativo (ed elegante): alzo un piede e sono "a cavalllo"; alzo l'altro piede e sono dall'altra parte. Durata media del tutto: 5 minuti a siepe quindi, voi che verrete a osservare il mio calvario, mettetevi comodi. Portatevi una sedia da campeggio, un tavolino, le carte per giocare a scopa, the e pasticcini.
Lo spettacolo è servito.

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