Pubblico la recensione dell'antologia Il buio oltre lo specchio, dell'autrice Maria Lidia Petrulli, che ringrazio per avermi inviato l'ebook.
Autore: Maria Lidia Petrulli Editore: 0111 Edizioni Anno di pubblicazione: 2010 ISBN: 9788863073188 Prezzo: € 12
Una raccolta di sei racconti, che lascia, a lettura ultimata, sensazioni diverse: da un lato prevale uno stato di confusione, dovuto all'apparente disorganicità del testo; dall'altro il fascino dell'assurdo e del surreale. Al primo sguardo questi due effetti sembrerebbero inconciliabili. Eppure è dalla loro complementarietà che possiamo estrarre il significato ultimo dell'opera, o, quantomeno, l'interpretazione che ne diamo.
Non sembra esserci tra i vari racconti, un'unità di fondo, un tema conduttore che li unisca. La fine di un racconto sancisce l'inizio di una storia completamente diversa, con nuovi personaggi, nuovi spazi e nuove idee.
Personalmente, ho ritrovato il motivo conduttore (ma solo dopo aver letto tutti i racconti ed averci pensato a lungo) non nelle storie in sé, bensì nelle emozioni e nelle riflessioni che l'autrice vuole suscitare nel lettore. La meraviglia del surrealismo e la potenza di scene apocalittiche, cercano di aprirsi un varco nelle paure e nella dimensione onirica della mente umana, ma si arrendono alla ragione, che non riesce a concepirle. Si ha così un contrasto tra il realismo dei luoghi, dei personaggi e dei loro sentimenti, e il fantastico delle loro azioni e delle vicende.
Questo accomuna le storie: il tentativo di meravigliarci e di instillare in noi dubbi, paure e speranze per la nostra vita e il futuro della nostra società. I testi mirano a descrivere in modo astratto, fantastico e irreale, una realtà invece concreta, tangibile, e farci vedere come, proiettati nel futuro, i pregiudizi e le incomprensioni del nostro mondo portino a conseguenze esageratamente dannose.
Forse i temi trattati non sono del tutto originali, ma creativo invece è il modo in cui essi vengono affrontati. La brevità dei racconti ha precluso una risoluzione meno ovvia e di più ampio respiro alle storie narrate. E una scrittura più rapida, fatta di frasi incisive, si sarebbe meglio adattata alla dinamicità delle scene. I dialoghi, a volte troppo estesi, rallentano, poi, la narrazione e sembrano appesantire l'interazione tra i personaggi. La scrittura è comunque semplice e abbastanza fluida; certamente non stanca il lettore, che anzi segue con curiosità e con piacere l'evolversi delle vicende.
Ho trovato, invece, fuori luogo l'utilizzo di parole volgari, seminate qua e là nei dialoghi. Sebbene a volte esse siano utili (se non essenziali) alla giusta connotazione delle personalità e delle emozioni dei personaggi, in questi racconti la loro abbondanza quanto meno infastidisce. Esse evidenziano una rabbia, un odio, un rancore, esagerati rispetto agli stati d'animo che i personaggi traspaiono. Del resto, non servono le "parolacce" per dare veemenza ai dialoghi.
Al di là di ciò, è una lettura carina, divertente e di una tale semplicità nel rivelare le emozioni dei personaggi, che a volte dimentichiamo di trovarci in un mondo dilaniato dalla terza guerra mondiale, o in una città sconvolta dall'infiltrazione di un potente virus, o ancora alle prese con un ragazzino che, inconsapevolmente, uccide le persone che gli dimostrano affetto.
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