Magazine Tecnologia

Il buio tra le siepi - Recensione - Xbox One

Creato il 18 agosto 2015 da Intrattenimento

Beyond Eyes ci immerge nello strano mondo di una bambina non vedente

È un buon periodo per chi ha sempre sostenuto le potenzialità narrative del medium videogioco: sono ormai diversi gli esperimenti e i tentativi di fornire un'interpretazione del prodotto più profonda e ricca di alternative, in grado di sondare le capacità comunicative del mezzo anche a prescindere dall'essenza ludica. Una tendenza particolarmente evidente nelle produzioni indie, più libere dalle logiche di mercato e in grado di librarsi verso soluzioni ardite e di rottura, ormai tranquillamente alla portata dell'utenza console, vista l'apertura di queste piattaforme all'ambito indipendente.

Il buio tra le siepi
La valutazione di questi titoli pone sempre qualche interrogativo in più perché difficilmente possono essere allineati alla normale produzione videoludica ed è necessario sapere a cosa si va incontro quando si decide di immergersi in un "gioco" del genere, perché spesso e volentieri in effetti c'è ben poco da giocare. Beyond Eyes è uno di questi prodotti, un esperimento espressivo prima che narrativo, particolarmente improntato sulla rappresentazione grafica più che sulla volontà di raccontare una storia: presenta una situazione particolare e lo fa con una certa forza, mettendo in scena la condizione di una bambina cieca e il suo modo di interagire con l'esterno, nella disperata ricerca del proprio gatto smarrito. È un gioco che mette in scena la cecità in una breve storia che illustra coraggio, paura, meraviglia, fragilità e forza usando pochissime parole e tanto materiale audiovisivo, fornendo una bella rappresentazione di quello che può voler dire il non vedere, con la particolare costruzione del mondo di gioco in base ai suoni e agli spostamenti di Rae, la protagonista, nella sua demiurgica creazione e interpretazione della realtà a partire dalle proprie sensazioni come in una sorta di acquerello vivente e cangiante. La soluzione è intelligente e molto affascinante ma è poco supportata dal flebile impianto narrativo, per non parlare della componente di gameplay che in questo caso è più che mai inconsistente.

Un grande viaggio

Rae era una ragazzina felice e spensierata fin quando un incidente non le ha portato via la vista, modificando bruscamente il suo mondo. Nella solitudine della sua nuova esistenza trova conforto nelle visite di un gatto chiamato Nani, con cui stringe una sorta di strana amicizia. Quando di quest'ultimo si perdono le tracce, Rae decide di vincere le proprie paure e avventurarsi per il mondo sconosciuto in cerca del suo piccolo amico. Il gioco cerca dunque di farci vivere in prima persona il grande gesto di coraggio effettuato da Rae per uscire dal sicuro rifugio domestico e inoltrarsi nel mondo esterno, con tutta la paura e la curiosità che può scaturire da una realtà invisibile, intuibile solo attraverso i suoni, i ricordi e l'immaginazione della bambina.

Il buio tra le siepi
Il cinguettio degli uccelli, il rumore dell'acqua che scorre o il rintocco di una campana aiutano a creare dei punti di riferimento nell'ambiente circostante, ma il mondo intorno a Rae si crea piano piano, soltanto all'avvicinarsi della fanciulla ai vari elementi dello scenario. Si tratta di una soluzione originale e ben congegnata, che costringe a muoversi a tentoni, scoprendo effettivamente quello che ci circonda passo dopo passo in una generazione continua di immagini pitturate che non necessariamente corrispondono alla realtà (anzi è particolare notare come alcuni oggetti immaginati inizialmente in un modo si trasformino una volta giunti a contatto) ma ci guidano piano piano verso gli obiettivi, determinati da odori, rumori o ricordi. Il ritmo del gioco è necessariamente lento, lentissimo, proprio perché è impossibile correre alla cieca in una realtà invisibile e la scoperta del mondo circostante avviene ad ogni passo, costringendoci così ad entrare nella particolare prospettiva di Rae anche a costo di stroncare il ritmo di gioco su tempi dilatatissimi, troppo lenti per un gioco normale ma perfettamente in linea con l'esperienza che Beyond Eyes vuole farci vivere con estrema coerenza.

twittalo! Beyond Eyes consente di entrare, con delicatezza, nel mondo immaginato da un personaggio non vedente

Sulle tracce di Nani

Tutto quello che dobbiamo fare è essenzialmente trovare la strada per raggiungere l'obiettivo che porta alla conclusione dei sei livelli di cui è composto il gioco, portandoci ogni volta sempre più vicini a Nani, ripercorrendo la strada che sembra aver intrapreso il gatto smarrito. La difficoltà è nell'impossibilità di vedere inizialmente il percorso corretto da seguire, scoprendolo solo avanzando a tentoni nello scenario, seguendo i suoni o le reminiscenze della protagonista. Occasionalmente ci troviamo di fronte a piccoli enigmi da risolvere per aprire la strada ma si tratta di puzzle assolutamente basilari, l'unica cosa da fare è essenzialmente muoversi nel mondo di gioco per costruire lo scenario e trovare dunque i punti di passaggio alla ricerca di Nani.

Il buio tra le siepi
Non è strano che un videogioco sperimentale di questa tipologia sia praticamente privo di una struttura ludica vera e propria, d'altra parte può essere assimilabile ad un "walking simulator", concentrandosi soprattutto sull'esplorazione e la contemplazione. C'è però da rilevare come a differenza dei titoli indie di questa tipologia, che solitamente puntano a presentare storie complesse o particolari situazioni comunicative, Beyond Eyes abbia un sostrato narrativo veramente minimo e si basi esclusivamente sul meccanismo della costruzione graduale del mondo per far vivere in prima persona l'esperienza della mancanza di visione. È una bella idea che riesce ad allinearci con una situazione svantaggiata facendo leva sulla fantasia e sulla meraviglia, dunque mantenendo un equilibrio tra l'empatia e il fascino del cangiante mondo di Rae, dimostrando allo stesso tempo la grande difficoltà ma anche la possibile ricchezza che può associarsi a questa condizione. Il problema è che tale idea non riesce a sorreggere l'intera struttura di un gioco vero e proprio, esaurendo la meraviglia nei primi minuti e cercando di allungarne a dismisura l'effetto per i capitoli successivi. Non che il gioco di per sé sia lungo, visto che si conclude (al netto di eventuali passaggi ulteriori alla ricerca degli obiettivi sbloccabili) in meno di due ore, ma anche nella sua scarsa durata risulta alquanto stiracchiato, considerando che il concetto poteva essere ben proposto al pubblico anche all'interno di un'esperienza più compatta, magari al di fuori della forma standard di prodotto per il mercato videoludico.

Le meraviglie del mondo

È chiaro che l'estetica di Beyond Eyes rappresenti l'elemento caratterizzante del gioco non solo dal punto di vista della produzione, ma anche per quanto riguarda l'esperienza stessa del gioco. Paradossalmente, trattandosi della storia di una bambina non vedente, quella che compare su schermo è una vera e propria meraviglia, più stilistica che tecnica ma comunque in grado di stupire e lasciare il segno. Il senso di una ricercatezza grafica del genere va oltre la volontà di rappresentare un racconto in forma fiabesca e va trovato, ancora una volta, nella particolare condizione di Rae: la costruzione della sua realtà si basa sui ricordi più belli del passato e genera un mondo che è più colorato e vivo di quanto sia nella realtà, facendoci pensare ancora alla potenza della vista ma anche a quella dell'immaginazione, a come possa essere la vita senza l'una, a quanto si possa sottostimare l'altra e in fin dei conti all'enorme valore che hanno certe cose che diamo per scontate.

Il buio tra le siepi
Gli scenari all'acquerello non sono dunque solo un vezzo estetico ma rappresentano il punto d'incontro tra il mondo interiore della protagonista e la realtà circostante, che compare all'improvviso intorno a lei e si trasforma quando i sensi si riallineano svelando nuove caratteristiche. L'estetica insomma, è quantomai sostanza in questo caso e proprio gli occhi e la vista sono protagonisti dell'esperienza del gioco e della situazione di Rae, per questo la cura riposta in questo aspetto dal team Tiger & Squid ha una grande importanza nel caratterizzare tutto il titolo, rendendolo qualcosa di simile ad un'opera pittorica interattiva. Notevole anche l'accompagnamento audio che agisce di concerto con il comparto grafico ampliando le percezioni della protagonista attraverso una sorta di continua sinestesia tra rumori, sensazioni, colori e immagini. Beyond Eyes - Il trailer dell'E3 2015
Il buio tra le siepi - Recensione - Xbox One
Beyond Eyes - Il trailer dell'E3 2015

Pro

  • Splendido da vedere
  • Ottima l'idea per la messa in scena della cecità
  • Gli obiettivi sbloccabili possono determinare una certa rigiocabilità

Contro

  • Praticamente assente il comparto propriamente ludico
  • Molto flebile il sostrato narrativo
  • Decisamente breve

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :