La complessa storia del termine cretino
Può suscitare perplessità in molti l’idea che i termini cretino e cristiano siano in qualche modo imparentati. In effetti pochi anni fa una polemica piuttosto aspra si è scatenata su Internet, giornali e programmi televisivi cavalcando questo sentimento di disagio, in particolare in seguito alla pubblicazione del saggioPerché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici) di Piergiorgio Odifreddi (Milano, Longanesi, 2007). Ne citiamo un passo tratto dall’introduzione intitolata Cristiani e Cretini:
Col passare del tempo l’espressione (cristiano) è poi passata a indicare dapprima una persona qualunque, come nell’inglese christened, “nominato” o “chiamato”, e poi un poveraccio, come nel nostro povero cristo. Addirittura, lo stesso termine cretino deriva da “cristiano” (attraverso il francese crétin, da chrétien), con un uso già attestato nell’Enciclopedia nel 1754: secondo il Pianigiani, “perché cotali individui erano considerati come persone semplici e innocenti, ovvero perché, stupidi e insensati quali sono, sembrano quasi assorti nella contemplazione delle cose celesti”.
Non è chiaro tuttavia a chi si riferisca l’espressione “cotali individui” contenuta nel passo citato da Odifreddi: sono i cretini? i cristiani? Nella voce cretino delVocabolario Etimologico della lingua italiana di Ottorino Pianigiani (1907), cui l’autore si riferisce e che è l’unico etimologico attualmente consultabile online, tuttavia, leggiamo altre informazioni che forse aiutano a chiarire la questione:
[il termine cretino] corrisponde al francese crétin e nel dialetto della Gironda crestin, ed è il nome che si dà a ognuna di quelle misere creature, di piccola statura, mal conformate, con gran gozzo e affatto stupide le quali si trovano specialmente nelle valli delle Alpi Occidentali: per alcuni dal latino christianus (fr. chrétien), perché cotali individui erano considerati come persone semplici e innocenti, ovvero perché, stupidi e insensati quali sono, sembrano quasi assorti nella contemplazione delle cose celesti.
L’espressione cretino fa qui riferimento alle persone affette dalla patologia del cretinismo e in questo caso non denota semplicemente un individuo di scarsa intelligenza, come invece siamo portati a pensare oggi. È possibile “giocare”, dunque, come fa Odifreddi, con gli slittamenti semantici del termine cretino, perché esso è polisemico, sebbene oggi non lo percepiamo immediatamente come tale.
In questo caso è tuttavia opportuno non fermarsi alla consultazione del Pianigiani, pubblicato nel 1907 e ormai non utilizzabile come strumento di riferimento. I vocabolari contemporanei riportano due accezioni della stessa entrata lessicale (differenziandosi nel dare priorità all’una o all’altra): a) cretino nel senso di ‘persona di scarsa intelligenza’ e b) cretino nel senso di ‘affetto da cretinismo’. Non siamo qui di fronte a due termini omonimi, cui nei dizionari si dedicano due entrate differenti e per i quali si ipotizzano per esempio differenti origini e sviluppi: la radice etimologica di cretino, inteso in entrambe le accezioni, è effettivamente cristiano, come suggeriva già il Pianigiani.
I dizionari etimologici oggi accreditati concordano nel riconoscere a cretino la derivazione da cristiano, e a essi si associano dizionari dell’uso quali GRADIT,Sabatini-Coletti, ZINGARELLI 2012, Devoto-Oli 2012.