Il buono, il brutto e il cattivo
Creato il 05 novembre 2010 da Tnepd
Il brutto
Allo scadere del primo decennio del nuovo millennio, il panorama
politico italiano sta subendo una decisa operazione di restyling, qualcosa di
simile a cio’ che accadde tra il 1993 ed il 1994. I ruoli che verranno
stabiliti nelle prossime settimane saranno fondamentali per capire cosa ci
tocchera’ sopportare in avvenire.
Il restauro e’ affidato ad un manipolo di analisti politici che per
star dietro all’eclettico Mussoloni stanno facendo gli straordinari nelle
segrete di un qualche palazzo dell’Unione Europea. Quale sara’ il nuovo format?
Possiamo soltanto arrischiare delle ipotesi.
Fino al crollo psichico del premier, la formula western ha funzionato
bene: il buono (Faccia di Lasagna), il brutto (Mussoloni) e il cattivo (il Condor).
Come nel film, anche nella realta’ il “brutto” ha attratto fin dai
titoli di testa tutte le simpatie del pubblico pagante. Ciarliero, ilare, sfacciato,
uno da cui tutto sommato non dispiace d’essere rapinati. Il brutto ha il vizio
di fare le peggiori birbonate, ha il vezzo di ascoltarsele ripetere dagli sceriffi
col cappio annodato intorno al collo e la fortuna di avere un “ignoto” angelo
custode che lo tiene ogni volta a galla. Il brutto si confessa sempre ma non si
pente mai.
Il “cattivo” e’ antipatico per antonomasia ma fondamentale alla
sceneggiatura. Stringe alleanze di buon grado ma non e’ mai veramente socio
degli altri e – quando lo e’ - si sa che prima o poi verra’ la resa dei conti.
Il cattivo e’ astuto, concentrato sui suoi obiettivi, cinico nel perseguirli. Del
cattivo puoi disprezzare i modi ma non la determinazione, il suo scopo
d’altronde e’ lo stesso degli altri due, il bottino, ma lui non sembra uno
disposto a dividerlo. Il Condor impersona il ruolo del cattivo alla perfezione.
Il "buono" parla poco, si nota poco. Il buono se puo’ evita di sparare,
fa in modo che siano gli altri a spararsi tra loro. Accanto ai suoi due coprotagonisti
sembra un cherubino, non alza mai la voce, non fa rissa, uccide il meno
possibile ma - se e’ il caso - lascia morire senza rimorsi. Il buono ha sempre
– in un modo o nell’altro – il coltello dalla parte del manico. Tendenzialmente
il pubblico si aspetta che il buono trionfi, compito del regista e’ rendere
l’inevitabile meno prevedibile.
Ora che la pellicola si sta esaurendo ci accorgiamo che il nostro,
benche’ ben congegnato, e’ pur sempre un reality show e i personaggi non
seguono alla lettera il copione, soprattutto uno. Il brutto ha smesso di
scavare nella fossa dell’oro sotto lo sguardo sornione degli altri. Ha
intascato i primi spiccioli venuti alla luce ed e’ corso al bordello. Ora e’
accasciato al bancone del saloon, completamente sbronzo. Accanto alla fossa
restano il buono ed il cattivo.
Checche’ ne dica il regista, a
parer mio non sara’ un lieto fine.
Potrebbero interessarti anche :