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Il buono, il brutto e il cattivo (1966)

Creato il 09 giugno 2013 da Suerte77

Il buono, il brutto e il cattivo (1966)

Da molti viene considerato non solo come il capolavoro di Sergio Leone ma anche come la quintessenza del genere western e in effetti anche a distanza di quasi quarant’anni “Il buono il brutto e il cattivo” rimane un grandissimo film con un trio da leggenda: Biondo (Clint Eastwood), Tuco (Eli Wallach) e Sentenza (Lee Van Cleef).

Sergio Leone rilegge il genere western trasformando un semplice canovaccio con cowboy e deserti in leggenda. Chiaramente gran merito va ad Ennio Morricone, capace di creare una colonna sonora che lascia senza fiato: potente, grandiosa e riuscito corollario per ogni segmento di film, sottolineando via via i momenti tragici, avventurosi e pericolosi. Ma se tutto risiedesse in una bella musica allora non si spiegherebbe tanto successo in ogni angolo del mondo e infatti il film è perfetto in ogni sua parte.

Il cast rappresentato in definitiva da tre protagonisti è spettacolare perché ognuno di essi incarna veramente una tipologia di uomo sia attraverso la recitazione che grazie ai connotati fisici: Van Cleef è straordinariamente perfido e luciferino, Tuco è brutto ma anche infingardo e il Biondo non è propriamente un eroe buono ma attraverso piccoli ma significativi gesti dimostra di incarnare il lato positivo della storia. Clint Eastwood è entrato di diritto nella top ten delle icone più famose del cinema grazie a quel sigaro perennemente a un lato della bocca e alla velocità con cui spara da qualunque distanza.

Sergio Leone da par suo utilizza in modo eccellente la macchina da presa giocando sapientemente tra primissimi piani e campi lunghi ma anche sperimentando tecniche di ripresa nuove nel genere western, vedi per esempio la corsa di Tuco tra le tombe del cimitero che ci mostra il punto di vista del protagonista in un confuso vortice di immagini sfocate perché velocissime e frutto di una corsa circolare.

Molti potrebbero essere scoraggiati dalla lunghezza del film (quasi tre ore) ma in realtà il racconto è talmente coinvolgente e vario che difficilmente si corre il pericolo di troncare la visione. E’ un capolavoro e come tale va visto.

VOTO 9


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