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Il buono il matto il cattivo – Kim Jee-woon

Creato il 16 agosto 2012 da Maxscorda @MaxScorda

16 agosto 2012 Lascia un commento

Il buono il matto il cattivo
Da quando il film e’ iniziato a quando si e’ concluso ho dovuto rivedere molte prime impressioni. Innanzitutto il titolo, da me erroneamente attribuito alla mente malata di qualche distributore e’ invece la traduzione dell’originale.
Pensando male del titolo, non credevo che il riferimento al quasi omonimo "Il buono, il brutto, il cattivo" di Leone fosse ben piu’ che un banale stratagemma promozionale ed invece si tratta di un omaggio che sa di ispirazione e dedica.
Anche l’idea di un western coreano sembra in apparenza una fesseria ma non troppo se si sa collocare la storia nel giusto luogo e nel giusto periodo, in questo caso la Manciuria verso la fine degli anni ’30 durante l’occupazione giapponese della Cina e di parte della Corea allora non divisa in nord e sud.
L’inizio film suona dozzinale con la brutta computer-grafica e situazioni approssimative ma anche qui c’e’ la sorpresa di un evolversi brillante sia dal lato tecnico che nella storia sempre piu’ appassionante, vicenda che vede tre protagonisti, quelli del titolo e una mappa con un tesoro favoloso che puo’ fare ricca persino una nazione.
Diciamo subito che la pellicola e’ innanzitutto divertente, scanzonata e leggera senza essere stupida, genere avventura-brillante che di rado sa appassionare senza cadere nel banale. 
Film tra i piu’ costosi della storia del cinema coreano, fu premiato da un successo clamoroso laddove i meriti dell’operazione sono da attribuirsi in gran parte al regista che in carriera ha dimostrato di avere le idee molto chiare su come girare una scena ma l’impianto scenico del soggetto e’ il vero punto di forza.
Pur svolgendosi in Manciuria alle porte degli anni ’40, il regista mescola coerentemente un’atmosfera steampunk al west e per non farsi mancare nulla un bel po’ di postatomico alla Mad Max che ritroviamo nelle location urbane e nei suoi abitanti ma ancor di piu’ nello strepitoso inseguimento finale degno appunto di "Interceptor" con mezzi meccanici, cavalli, cannonate, sciabolate nel miglior crossover temporale e stilistico visto sino ad oggi.
Infine e non e’ poco, Kim ha il fegato di riproporre il duello finale a tre e serve coraggio per sfidare Leone nella sua sequenza piu’ celebre e celebrata e per quanto non si raggiunga il pathos dell’originale, serve premiare lo sforzo peraltro ben riuscito.
Il merito dell’ottima riuscita va ripartita anche con gli interpreti, non di rado a cavallo tra l’anime e la macchietta ma abbastanza brillanti da guadagnare in spessore e affrancarsi dal ridicolo. Tra parentesi, il ruolo del cattivo, e’ del bravo Lee Byung-hun che dara’ miglior prova di se’ nello strepitoso "I saw the devil" a fianco del regista.
Originale senza essere originale, costoso ma con soldi spesi bene, effetti speciali orientati allo spettacolo e non allo sfarzo e tecnicismi non fini a loro stessi ma all’amplificazione dell’esperienza visiva.
Impareremo mai?

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