In Argentina e in Cile dicevano che era stato don Patagonia ad aver inventato la Patagonia e la Terra dei Fuoco, che era un moderno Magellano. Nelle scuole di quei paesi i ragazzi studiano ancora oggi le sue imprese e sanno che sulle carte molti punti erano marcati con la dicitura “inesplorata” prima che lui li scoprisse.
In Cile e Argentina tutti lo conoscono come don Patagonia. In Italia in pochi hanno sentito parlare di Alberto Maria De Agostini, inconsueta e straordinaria figura di missionario, fratello del più conosciuto De Agostini, fondatore dello storico Istituto Geografico di Novara.
Padre De Agostini, don Patagonia, è stato anche antropologo, poeta, scrittore, geografo, geologo, botanico, pittore, musicista. Un uomo anticonformista e pieno di risorse che lottò non poco per impedire l’estinzione degli ultimi Ona, Yaghan e Alakaluf.
Tito Barbini, viaggiatore lucido e appassionato, ha voluto ricordare un personaggio non comune attraverso un coinvolgente ed emozionante diario di viaggio sulle tracce di questa eccezionale figura di sacerdote che riuscì a conciliare in modo sorprendente passione geografica e missione apostolica.
Il cacciatore di ombre, edito da Vallecchi per la collana Off the road, è un libro intimistico che è in grado, grazie al suo meraviglioso candore, di dar vita a veementi simmetrie tra passato e presente.
Barbini ha il dono di osservare. Lo fa interrogandosi sulle malefatte dell’uomo bianco, restituendo vita e dignità alle diverse ombre di cui a poco a poco si riempie il suo racconto.
Il cacciatore di ombre. In viaggio don Don Patagonia
Tito Barbini
Vallecchi
collana Off the road
2011