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Il cacciatore il leone e il topo muschiato / Angolo del Griot

Creato il 05 agosto 2012 da Marianna06

Raccon

 

Un cacciatore che abita con la  famiglia nel “nostro” solito villaggio africano, un giorno, mentre munito di arco, freccia, spiedo per la caccia e cane si reca in foresta per la consueta battuta, s’imbatte in un topo muschiato che gli domanda aiuto con  insistenza, dicendosi disposto, a suo tempo, con solenne promessa, a contraccambiare.

Il cacciatore, che è scettico in merito, considerando le dimensioni modestissime dell’animale, ed è pure un tantino schizzinoso per la puzza che la bestia emana, non ne vorrebbe proprio sapere.

Ma tanto l’altro insiste che,alla fine, il cacciatore lo solleva con le proprie mani e lo aiuta a passare dall’altra parte del sentiero.

Se così non fosse stato, e cioè senza l’aiuto del cacciatore,  qualche animale più grosso e più vorace certamente lo avrebbe  ucciso.

Fatta la buona azione, il cacciatore e il topo se ne vanno, com’è normale che sia, ciascuno per la propria strada.

L’indomani, però, il cacciatore ritorna in foresta per cacciare e viene colto di sorpresa da una pioggia terribile in quanto non aveva  riflettuto abbastanza, prima di lasciare casa, sulla prossimità ormai improcrastinabile della stagione delle grandi piogge.

Unica soluzione così è ripararsi in una grotta,quella appunto che ha incontrato  per puro caso sul suo cammino.

Entra, infatti, nella grotta ma insieme a lui entra nell’anfratto anche un leone piuttosto famelico.

E quest’ultimo, senza troppi complimenti, esplicita al cacciatore l’intenzione di sbranarlo.

Il leone lo avrebbe fatto, tuttavia, solo dopo che il cacciatore, che aveva con sé due galline faraone e il suo cane, avesse dato le galline in pasto al cane, avesse lui stesso mangiato il cane,  per poi essere divorato, a sua volta, con tutta calma dal leone, che non intendeva recedere dalle sue cattivissime intenzioni.

E, come se non bastasse, il cacciatore doveva anche enunciare a voce alta, nella grotta, la sequenzialità di queste orribili azioni.

Mentre l’uomo ripete,  perché costretto e a voce alta, ciò che sarebbe avvenuto di lì a poco, il topo muschiato, che era presente nella stessa grotta, proprio quello dell’aiuto ricevuto a suo tempo, attiva i suoi amici.

 Sono  le termiti, cui dice che facciano eco  con tutte le loro forze, ripetendo la medesima frase del cacciatore.

E le termiti, felici e disponibili, ubbidiscono subito.

Il leone, che fuori del suo ambiente, è sempre un tantino fifone, si spaventa da morire.

Anche perché la cosa si ripete più volte.

E, in più , egli proprio non capisce di chi possano essere queste voci.

Allora il cacciatore suggerisce al leone che forse è il caso di andare a cercare aiuto fuori dalla grotta dal momento che non si conosce affatto la provenienza delle “nuove” e misteriose voci.

Il leone si fida e consente all’uomo di uscire per cercare aiuto e soprattutto reperire magari dei pali per puntellare la grotta, che le termiti (anche se il leone non sa che sono loro),prima o poi, con il loro indefesso lavorio, avrebbero fatto crollare.

C’erano già in atto dei cedimenti.

Intanto, fuori, la pioggia continua a venire giù a secchiate da un cielo particolarmente minaccioso.

Appena all’aperto però, pioggia o non pioggia, il cacciatore se la dà a gambe, veloce come un razzo, per raggiungere la propria casa e così mettere in salvo la propria vita.

E pare che ci sia proprio riuscito, se ancora oggi può raccontare questa storia ai suoi nipoti,nelle interminabili serate invernali,accanto ad un allegro fuocherello.

Come l’ha racconta a me e, quindi,  anche a voi.

 E cioè di come ebbe salva la vita grazie ad un insignificante ma astuto piccolo topo muschiato.

Fabula docet.

 

   Marianna Micheluzzi (Ukundimana) 

  

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