Il calcio in Cina: un sogno ancora lontano

Creato il 19 giugno 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

L’impero cinese fa intimorire politici e uomini d’affari, ma sicuramente non fa una gran figura su un campo da calcio.
In Brasile si stanno sfidando le 32 squadre di più forti del mondo, ma tra loro non c’è la squadra del Paese di Mezzo; e non c’era nemmeno l’anno prima, ne’ quello prima ancora. Infatti la squadra cinese si è classificata 103a nei ranking FIFA 2014, dopo la Guinea Equatoriale.
Diciamo che le capacità dei cinesi per il ping pong sono inversamente proporzionali alla loro capacità di fare goal. In paesi come il Brasile, i bambini crescono giocando a pallone; in Cina invece, non c’è nessuna tradizione del calcetto, ma soprattutto gran parte del tempo libero dei bambini viene dedicato ad attività che abbiano scopi pragmatici, come imparare una seconda lingua, suonare uno strumento e soprattutto studiare, studiare e studiare.
Nonostante il diffuso e ben noto stacanovismo, i cinesi sono dei fanatici degli sport e paradossalmente persino del calcio. Il governo, infatti, considera molto importante che la Cina sia riconosciuta come una potenza sportiva e in occasione delle Olimpiadi di Pechino 2008 aveva trasformato la loro nazionale nella più forte in quasi tutte le discipline, ma il calcio continua a non far parte di una di queste. La nazionale cinese ha raggiunto i mondiali soltanto una volta nel 2002, ma fu eliminata subito al girone senza segnare nemmeno un goal. La Cina ha un campionato nazionale di calcio dagli anni cinquanta, diventato professionistico solo nel ’94, ma gli scandali di corruzione, mazzette e partite truccate hanno raggiunto livelli incredibili. Le squadre possono passare di mano più volte durante una stagione o cambiare anche più di un allenatore, garantendo poca continuità e dimostrando poca organizzazione.
Anche se la loro squadra non gli da’ molta soddisfazione, milioni di cinesi sono appassionati di calcio internazionale e stanno seguendo il mondiale con entusiasmo, per primo il presidente Xi Jinping. Spesso le partite sono in piena notte, orario di Pechino, ma gli spettatori appassionati non demordono e molti dirigenti hanno già cominciato a lamentarsi per un abbassamento di rendimento sul lavoro causato dalla stanchezza.
Nel caso in cui il Qatar perdesse l’occasione di ospitare i mondiali 2022, un altro paese asiatico potrebbe prendere il suo posto e alcuni pensano che se la Cina ospitasse questo evento di portata mondiale potrebbe essere un modo per rilanciare il calcio a livello nazionale.
Napoleone disse “Quando la Cina si sveglierà, il mondo tremerà”; forse un giorno, il dragone cinese comincerà a farsi temere anche nei campi da calcio, ma fino ad allora noi ci godiamo il mondiale.


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