La peculiarità è che questa volta ci sono scontri ovunque e su terreni diversi. Si parte con un dejavu tra Juventus e Catania: già in passato fra bianconeri ed etnei erano volate parole forti (ricordate Pulvirenti contro Agnelli?), è “bastato” un intervento di Chiellini su Bergessio (rottura del perone) per rinvigorire antichi focolai: “Chiellini ha fatto un fallo stupido e pericoloso, sul 4-0, in una posizione innocua” ha esclamato De Canio; “Chi parla di Chiellini deve sciacquarsi la bocca” ha difeso il difensore Antonio Conte; “Conte è banale tanto quanto arrogante” ha rilanciato Pulvirenti”.
Da Torino a Milano e… al Brasile! Ci mancava solo Seedorf fra i detrattori di Allegri, che quanto ad arringhe difensive ha sempre fatto sfoggio di un invidiabile talento: “Il potere logora chi non ce l’ha” ha sentenziato “Max” sulle parole del suo ex allievo, il quale, incassata una risposta inaspettata, è subito corso ai ripari appellandosi a una traduzione malriuscita. Il buon Clarence deve ancora imparare molto, soprattutto da Inzaghi, con l’ex bomber che ha ancora legato al dito il suo ritiro prematuro e ancora oggi non fa fatica a farlo presente (“Mi sarebbe piaciuto giocare di più con Ibra…”).
A Firenze più che focolaio è vero putiferio: la Viola ha provato in tutti i modi a ricorrere contro la squalifica di Cuadrado, ma nè Tosel nè la Corte di Giustizia hanno accolto l’esposto della Fiorentina, che si presenterà a San Siro senza il suo uomo più in forma e con i tifosi ancor più arrabbiati di prima. La domanda che è lecito chiedersi, al netto dell’errore dell’arbitro sul secondo giallo a Cuadrado, è questa: ma non poteva evitare la prima simulazione, in modo tale da non indurre il direttore di gara a guardare con errato pregiudizio il secondo episodio? Nessuno sembra però fare ammenda per questo.
La polemica non riguarda solo i nostri confini, ma emigra anche in Inghilterra: proprio da Oltremanica Ferguson aveva giudicato Benitez uno sciocco i cui successi erano dettati dalla fortuna; pronta è arrivata la risposta di “Rafa” che fa parlare – e cantare – il suo carnet.
Se qualora ce ne fosse bisogno, ecco l’ennesima prova: oggi il calcio non festeggia, di santi qui proprio non ce ne sono.
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