Magazine Cultura
Il calendario dell'avvento #10: Intervista al disegnatore Fabio Porfidia
Creato il 10 dicembre 2013 da Chaneltp @CryCalvaOggi apriamo la decima casella...
Oggi vi facciamo leggere una nuova intervista rivolta al disegnatore Fabio Porfidia. I suoi disegni solo qualcosa di spettacolare, come potrete vedere...
Quando e come è nata la tua passione per l'illustrazione?
Se ti riferisci alla mia passione per il disegno, per la reinterpretazione della realtà su fogli di carta, beh, quella è nata insieme a me. Fin da quando ho memoria imbrattavo ogni superficie possibile con scarabocchi di ogni sorta... Ho sempre trovato tutto quello che mi circondava estremamente stimolante da disegnare. Beh, non proprio tutto tutto, però l'idea di riuscire a prendere spunto da qualcosa che vedevo per poi ricrearlo io stesso... L'ho sempre trovata una cosa impagabile. Perlomeno questo fu lo stimolo iniziale, ben presto iniziai a rielaborare personaggi miei, quasi sempre creature assurde, perché creare qualcosa che non esisteva per me era davvero eccitante. Significava dare vita a un mondo che vedevo solo io! Eh, lo so, sono sempre stato un po' un nerd disadattato! Una delle molle fondamentali che mi consacrò al disegno furono i primissimi cartoni animati che vidi da bambino. Ricordo ancora in modo molto vivido quando un pomeriggio passarono in televisione un'animazione che mi si stampò a fuoco in testa: una delle Silly Symphonies, nello specifico la Danza degli Scheletri del 1929: da lì iniziaia a disegnare ossa e scheletri a tutto spiano, da bravo bambino disturbato! E proprio da cartoni animati prima e fumetti poi, iniziai a farmi... le ossa (giusto per restare in tema!) col disegno, copiando tanto e tanto. E tanto. Infine vennero due scoperte sconvolgenti: prima (molto prima) la narrativa fantastica (Tolkien su tutti, sebbene anche Dragonlance mi segnò molto), poi (molto poi) la musica metal. Tutto questo, condito successivamente da altre influenze, andò man mano a formare il mio immaginario, i miei gusti. E costituì le basi del mio percorso di illustratore.
Io amo Tolkien, quindi capisco quanto ti possa aver influenzato. Quindi non hai mai frequentato una scuola adatta, hai sempre disegnato da autodidatta?
Tolkien è stata una vera rivelazione e indagare la sua vita un'autentica sorpresa: non solo fu un narratore fantastico di prim'ordine, ma anche una persona stupenda, amante della natura, di profondi ideali cattolici, ma al tempo stesso affascinato dalle culture antiche e sempre incline alla risata e agli scherzi. Lo stimo davvero moltissimo. Quanto a me sì, fino al 2006 sono stato un totale autodidatta che usava solo (e male) matite e china, animato solo dalla passione ma senza alcuna nozione tecnica. Poi, terminata l'università, ho tentato la strada dell'illustrazione iscrivendomi alla Scuola d'Arte del Castello Sforzesco a Milano. Pare non sia andata così male, visto che da tre anni ci insegno! Peraltro sono felicissimo del mio ruolo di docente: avere a che fare con i ragazzi è uno stimolo costante e fonte di arricchimento umano, cosa che stavo un po' perdendo nel mio costante lavoro da studio. Forse è vero: non siamo isole, anche se io nello specifico sono sempre stato un po' un orso.
Quindi possiamo dire che Tolkien ti ha ispirato molto per realizzare i tuoi lavori, ma c'è qualche modello a cui ti rifai quando disegni?
Beh, se ti riferisci a disegnatori te ne potrei veramente citare un'enormità. Il “problema” è che giorno per giorno grazie ai social network scopro che c'è gente bravissima che spunta come funghi! E c'è sempre tantissimo da imparare da tutti. Ad ogni modo partirei da quelle che furono le influenze più forti che ebbi da bambino o da adolescente che, volente o nolente, mi hanno segnato in qualche modo nel mio processo creativo sedimentando a livello più o meno inconscio: sicuramente Todd Mc Farlane e Greg Capullo in ambito fumettistico, con quel loro modo grottesco e malvagio di rappresentare il mondo di Spawn; il dettaglio di Kentaro Miura; le deliranti visioni di Tsutomu Nihei; la delicatezza di Alan Lee; la forza di Frank Frazetta; l'epicità di Paul Bonner; l'eccellenza di Ian Mc Caig ma potrei andare avanti ore citando meravigliosi artisti come Elmore, Todd Lockwood, Ciruelo, John Howe, Kekai Kotaki, Royo, Massimo Carnevale, Paolo Barbieri, Lucio Parillo, Victoria Frances... Ognuno con un suo mondo da raccontare. Come noterai non mi pongo grossi limiti: dal disegno orientale fino al machismo made in USA trovo ci siano tantissime forme espressive davvero degne di considerazione e ricche di fascino.
Sono davvero tanti. Ma che soggetti ti piace rappresentare maggiormente?
Vado abbastanza a periodi, fermo restando che tempi per realizzare tavole mie capitano davvero molto di rado negli ultimi anni. Ho da sempre una passione per scenari decadenti e soggetti gotici. Sai, quel romanticismo velato di mistero e sofferenza mi ha sempre fatto impazzire. Mi raccomando, non mi riferisco al filone Twilight, penso piuttosto alle atmosfere sepolcrali del romanticismo inglese. Inoltre trovo sempre più gratificanti le creature fantastiche. Dare corpo all'inesistente è meraviglioso. E' un'opera quasi demiurgica... Alitare vita in qualcosa che non dovrebbe esistere. Per riprendere l'origine latina, “illustràre” significa proprio “dare la luce” e quindi, perché no, anche “dare alla luce”. Mi sento un po' papà ogni volta che nasce qualche nuova opera e a volte capita che mi batta forte il cuore quando l'immagine vira verso la piega giusta, o trovo l'intuizione azzeccata. Poi di contro capitano scene come l'altro giorno con mio padre in studio che, buttando un'occhiata al monitor, sconsolato, sospira: “a trent'anni ancora a disegnare mostri...”. Ma diciamolo, in quanti hanno questa fortuna? Non di un padre che borbotta, intendo di poter fare quello che si ama nella propria vita! L'unica condizione è non uccidere mai il bambino che si ha dentro, quello capace di provare stupore e meraviglia sempre e soprattutto capace di sognare e fantasticare. Chiudo con una frase che amo di H.P. Lovecraft: “serena e durevole è soltanto la bellezza donata dal sogno, e il mondo ha gettato via questa consolazione quando, nel suo idolatrare la realtà, ha sciupato i segreti dell'infanzia e dell'innocenza”.
Hai perfettamente ragione, non molti hanno la tua fortuna e in pochi sono davvero bravi come te. Hai mai realizzato qualche illustrazione per qualche libro? Se sì, per quale?
Anzitutto ti ringrazio per il complimento, sei davvero gentilissima. Ad ogni modo questa fortuna in gran parte la si costruisce con un impegno costante e sacrificando molto per l'obiettivo che si vuole raggiungere, nessuno ti regala mai nulla, anzi, spesso avviene l'opposto. Di pubblicazioni all'attivo comincio ad averne parecchie sul groppone e ne sono tanto tanto fiero, soprattutto per le ultime, mentre guardo alle primissime e acerbe con tanta tenerezza: sicuramente piene di difetti ma colme anche di ricordi. Ormai ci avviciniamo alla sessantina di pubblicazioni, però non considerando i libri o manuali autoprodotti una cinquantina circa. Finora si è trattato principalmente di romanzi (copertine, mappe, illustrazioni), manuali per giochi di ruolo, un gioco da tavolo e un gioco di carte... A brevissimo anche un album musicale con etichetta discografica (avevo già lavorato per musicisti in passato, ma si trattava di un demo autoprodotto). Giusto per citare qualche editore finora ho avuto il piacere di collaborare con Curcio Editore, Plesio Editore, Linee Infinite, Watson Edizioni, GDS, Nocturna in ambito narrativo, Uplay.it e Creative Lab Loquendo per il settore ludico italiano, mentre per l'estero Triple Ace Games, Alluria Publishing e GRAmel Justyna Korys. Non chiedermi di fare qualche nome in particolare per le pubblicazioni perché sarebbe davvero difficile fare delle scelte, soprattutto perchè in moltissimi casi poi si instaura un rapporto di amicizia e stima con i vari autori, però una cosa che mi sta dando molta soddisfazione è lavorare con alcune saghe, penso soprattutto a “Genesi di Atheris” di Rita Arcidiacono e la saga dei “Guerrireri d'Argento” di Elvio Ravasio perché mi permette di proseguire un cammino con l'autore di romanzo in romanzo vedendo i personaggi crescere (principalmente il caso di Elvio) o fare fini atroci (principalmente il caso di Rita, ahah). E' un po' come tornare in una vecchia casa colma di ricordi e trascorrerci un altra piccola porzione di vita ogni volta.
Ora vi lascio alcune immagini delle sue opere, lascio a voi i commenti!
IL SITO DI FABIO: http://www.scrignodicarter.it/
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