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Il calore della vita

Da Leggere A Colori @leggereacolori

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Sono le 7, é Domenica e le campane lo riportano alla realtá. Quel suono cosí naturale, integrato nel paesaggio é gradevole come tutte le cose che si ripetono da sempre e ci rassicurano. Gianmarco si é svegliato solo, come negli ultimi trent´anni, un caffé ristretto, la faccia verso la nebbia oltre il vetro e la collina, e uno sguardo sconsolato al calendario. É ferma la data del 17 Luglio di un anno fa. Non che sia una data particolare, soltanto da quel giorno decise che non aveva piú voglia di voltare le pagine per la lista del tempo rimasto di quell´anno. L´odore é forte, di chiuso, lo zerbino consumato. Il calcare incede, si prende sempre piú millimetri e Gianmarco non lotta con le spugne. Vivere in maniera dignitosa per lui ha un significato ben piú alto. Significa per esempio vivere da soli e non dipendere da nessuno, costruirsi qualcosa di proprio, soffrire in silenzio, non aspettare nessuno e non dipendere dal dover aspettare, comprendere senza necessitá di dover spiegare, agire senza doversi giustificare, sbagliare senza dover incolpare altri.

É un ragionamento riduttivo, ma questo Gianmarco non lo sa. Per comprendere bisogna spesso cambiare punto di osservazione, e quasi nessuno lo fa spontaneamente. O ci pensa la vita o forse il tempo. Ma anche questo, della lotta di quei due, Gianmarco non sa. Perché vedete lui é uno di quelli concentrati su sé stessi, senza cattiveria, senza manie o ego smisurato. No, di quelle persone per cui il proprio mondo sono loro, e ne sono prigionieri volontari. Un mondo in cui esiste solo ció che si vede, quando si vede. Una volta era anche fidanzato, poi un cosa-vuoi-da-me di troppo l´aveva fatto tornare solo di colpo e non riusciva piú a guardarla in faccia. Guardando le scatole che lei si portava via tornava quello che aveva scelto lontanamente di essere. Quello che le sollevava la camicetta non era amore, era aritmia. E quello che lui accettava non era destino ma la sua pochezza.

- Devi prenderti il momento, capisci? Il momento e spazzare via ogni dubbio con la forza e sentire, figlio mio, sentire il piacere.

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Poi gli aveva passato i vecchi tralci da portare a casa e bruciare. Gianmarco pensava parlasse del sesso, doveva apparire troppo solo, troppo inappagato e accartocciato su se stesso, si diceva. Poi il padre, Benedetto Ascanio Veronesi aveva continuato, dopo un silenzio teatrale nel quale le comparse danno spazio agli attori.

- Il piacere di vivere manca ai tuoi occhi, ai colori della tua pelle, alla tua postura. Io ero come te. Ogni uomo ha bisogno di una grande donna che gli faccia edificare una casa, che aspetti il suo ritorno, che carezzi le sue paure la notte quando la distanza tra le lenzuola sembrano valichi di montagna fitti, nevicati, e il brivido sale su per la schiena dei pensieri. Il piacere Gianmarco, solo tu potrai trovarlo. Forse devi tagliare vecchi tralci per far crescere qualcosa di nuovo.

Metteva in moto.

- Fuori é un mondo freddo. Ma esiste il calore. Gli uomini vanno dal calore, il calore non é un cercatore di vite.

Gli mise una mano sulla nuca. Non era mai stato un buon padre e non aveva nemmeno iniziato. Ci son cose che vanno oltre le capacitá e i desideri. Ci sono i fatti. La ritmo blu tossiva per poi prendere la rincorsa. Gianmarco per la prima volta seduto sul sedile troppo duro e consumato si sentiva a casa. Attendiamo di essere presi per mano una vita intera, per sentire dalla voce degli altri quella della nostra coscienza, per giungere in ritardo dove dovevamo essere sempre stati ma senza rimpianti. Un discorso cosí fatto da un amico lo prenderesti come semplicistico. Ma detto da un padre, no. Le cose dette da un padre sono veritá imparate sulla propria pelle, e tutte le cose non dette son velate dagli sguardi, il tono sicuro che scende di tonalitá per farsi leggermente piú dolce, e le rughe che si rilassano per contrarsi all´apice del discorso. Il calore dalla vita. La ritmo era una stanza in silenzio diretta in contromano. Il calore della vita. Un colpo di sonno. Il calore della vita. Appena il tempo di sentirne il tepore. Appena il tempo di un abbraccio mentre il volante non risponde piú e il motore si spegne. L´incontro tra padre e figlio, tra vite che potrebbero esser state e lamiera impolverata di una vigna oggi incolta.



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