Mercurio, Alaskan Malamute
L’idea di percorrere il Cammino di Santiago con i miei cani mi piace. Mercurio e Sunrise sono dei compagni stupendi, le migliori guide naturalistiche mai incontrate, i più importanti affetti animali mai avuti. Con loro andrei ovunque, perché mi fido e perché quello che vivo insieme ai miei cuccioli valica quello che la razionalità può trasmettere.
Feci il Cammino di Santiago quasi dieci anni fa, con un gruppo parrocchiale. Ora vorrei rifarlo con il mio Alaskan Malamute e la mia piccola Golden. Questo desiderio perché vorrei condividere con loro un’esperienza catartica di cambiamento, crescita emotiva, caratteriale e spirituale. Li vorrei a fianco perché non posso, non riesco ad immaginare di vivere questo pellegrinaggio e questo genere di sfida, senza loro accanto. Sarebbe come chiedermi di rinunciare a un braccio: non posso. Perché, fra tutti i pellegrinaggi, proprio il Cammino? Perché per me significa rinascita; lo fu allora, lo sarà anche ora. Sto vivendo un periodo di forte insoddisfazione, ristrutturazione, ridefinizione in ogni singolo ambito della mia vita e l’idea di fare un così lungo viaggio (molto probabilmente) da sola (ma con i miei cani) rappresenta ciò di cui ho bisogno per capire dove voglio andare, con chi, come, per quanto tempo, fino a che punto. Si dice che le donne vivano dei cambiamenti radicali allo scadere di ogni periodo di vita durato sette anni: per me, la campana è suonata e questo è il mio momento di svolta, rinnovo, ritrovo.
So che ci sono molti punti critici, in primis la preparazione (per me e per i cani), la lunghezza (i percorsi variano, ma si superano i 600 km dai Pirenei a Santiago), il periodo (l’estate spagnola è come l’Inferno di Dante), la ricettività (pochi alberghi accettano i cani), le leggi (limitazioni sui trasporti pubblici) spagnole nei confronti dei cani. Aggiungerei anche i problemi del portare il bagaglio per la persona e per i cani (cosa che con un Malamute sarebbe in parte risolto, grazie alle bisacce) e, ovviamente, la complessità del reperire eventuali veterinari lungo la strada e la capacità di gestire problematiche ed eventuale primo soccorso anche in solitudine. Molte testimonianze sul web parlano di cani stremanti, con zampe rotte e rovinate oppure ferite; in alcuni casi, si possono leggere anche diari di viaggio che narrano l’epilogo delle giovani vite dei cani sulla strada per Santiago. Questo però, non lo addebito all’animale in quanto tale o in quanto “problema”, ma lo imputo ai proprietari. Sono sempre gli uomini che scelgono quante tappe fare, quanto fermarsi, con che mezzi andare, come curare i propri animali, quanto sforzo chiedergli/imporgli.
Un pellegrinaggio del genere è una sorta di missione: esaltante “da lontano”, difficile “da vicino”. Mette alla prova l’uomo, la determinazione, l’arroganza, la fede. Ma questo genere di esperienze sono in grado di costruire e cementare legami unici. Sia fra le persone incontrate lungo il cammino, sia fra proprietario e cane. C’è chi sostiene che non bisognerebbe imporre al proprio animale questo genere di trekking. Ci sono altre persone che, invece, ritengono sia un momento di relazione, per il quale il cane non prova dispiacere, a meno che non sia sottoposto a rigidi standard di camminate (35 km al giorno). La distanza fra una tappa e l’altra può anche toccare i 40-50 km, ma va ricordato che non è necessario fare il Cammino per l’attestato o imporsi un ritmo serrato così estenuante. Il viaggio è occasione di conoscenza, può avere tempi diversi, lassi che sicuramente sono condizionati dai propri periodi di libertà e ferie. Nel Cammino è consentito utilizzare mezzi di trasporto vari, dalle biciclette alla corriera, l’importante è fare gli ultimi 100 km a piedi. Si tratta di una settimana, circa, con un ritmo di 20 km al giorno. Se non si è allenati è molto dura. Non esiste un solo tipo di percorso: ce ne sono tanti e, quello più a Nord, ha la positività della vicinanza alla costa e all’oceano come mitigatore del clima, ma ha la negatività delle autostrade vicino ai tratti del percorso e diversi chilometri si fanno su asfalto.
La mia domanda è: può un Alaskan Malamute di un anno e mezzo e una Golden Retriever di un anno e due mesi affrontare, nel 2014, questo percorso? Non ho deciso nulla e mi piacerebbe molto conoscere le esperienze, confrontarmi con persone che hanno già vissuto l’esperienza di partire alla volta della Spagna con i loro cani.
Il Cammino di Santiago è un viaggio che si può fare con i propri amici pelosi?