Il camorrista pentito accusa:"pagavo la Guardia di Finanza" - un commento di Vincenzo Cerceo

Creato il 30 agosto 2013 da Gaetano61
Pubblico di seguito un articolo pervenutomi da Vincenzo Cerceo, che prende lo spunto da una recente intervista del camorrista pentito ("Clan dei casalesi"), Carmine Schiavone (qui il video dell'intervista di Chiara Cerqueti di Sky Tg 24 dello scorso 24 agosto)""Il camorrista pentito accusa: «pagavo la Guardia di Finanza».La recente intervista del boss camorrista Carmine Schiavone, reperibile online, vero documento autentico della storia di questa Italia di fine Novecento, ha richiamato alla mente di chi, come me, ha trascorso quasi dieci anni in prima linea tra le Fiamme Gialle alla sede di Napoli ricordi sopiti.  Per quel che mi riguarda, e per quel che può contare la mia esperienza di allora, anni Settanta ed Ottanta, sono molte le conferme che ho avuto dalla voce del camorrista pentito e deluso dalle istituzioni,Ricordo di quel pregiudicato che, colpito da mandato di cattura per reati violenti contro le forze dell’ordine, con pena da scontare, ed ufficialmente latitante per il Bollettino delle Ricerche, frequentava regolarmente le caserme del Corpo. Fu un tenente, esasperato da tale inconcepibile eccesso, che, procuratosi con molta fatica il mandato di cattura che non si trovava più, lo arrestò durante una delle sue visite. Il delinquente, deluso, sproloquiò con abbondanza di esternazioni contro il Comandante che lo proteggeva, ma andò a scontare la sua pena, con molti problemi, in seguito, per il tenente “colpevole” di averlo arrestato.A proposito dell’AIMA, tutti, all’epoca, sapevano che le regole di accesso e controllo ai depositi erano pura formalità, che naturalmente costava in “mazzette” a chi si procurava illegalmente la merce, ed i finanzieri di vigilanza erano della partita, pagati “alla mano” dai camionisti. Un finanziere triestino, mandato temporaneamente in Campania a svolgere quel servizio, fu costretto a chiedere il rientro anticipato per incompatibilità con tale andazzo. Chi sa poi come sarà finita quella inchiesta nel porto di Napoli, quando fu incidentalmente scoperto un registro ufficioso con i nomi dei militari operanti in quel posto di servizio e vicino ad ogni nome una inspiegabile somma di denaro. Tutte cose, comunque, di trent’anni fa e più, di interesse tutt'al più storico, ma sono fatti accaduti.Ci sarebbe ancora tanto di altro, ma mi fermo qui pronto a precisare meglio tutto, se necessario.
                                                                   Vincenzo Cerceo                                                 già Colonnello della Guardia di Finanza                      ""

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