Quando nel ’39 a. C. Livia Drusilla andò sposa a Gaio Ottavio, aveva 20 anni, aveva appena divorziato dal primo marito, aveva già un figlio di tre anni Tiberio ed era incinta. Lui di anni ne aveva 24 e per sposare Livia anche lui aveva appena divorziato, da soli 3 giorni, dalla moglie Scribonia proprio mentre nasceva la loro figlia Giulia. Tre mesi dopo il nuovo matrimonio nasceva Druso e nessuno ha mai saputo se quel figlio fosse del primo o del secondo marito. Comunque anche se di padre incerto il bambino fu subito amatissimo dal futuro Augusto… E poi lui e Livia erano così giovani e avrebbero di sicuro avuto altri figli.. L’anno successivo infatti nacque un altro bambino, ma morì subito e dopo Livia non ne poté più avere…
Stranamente quell’antica tragedia dinastica alla ricerca di un erede, torna alla mente quando si pensa agli Agnelli, la più potente famiglia italiana da quasi un secolo, sempre alla ricerca di un erede per quell’immenso impero industriale della Fiat… Eppure Gianni Agnelli veniva da una famiglia numerosa… Erano ben 7 figli di cui tre erano maschi… Ma avevano avuto una giovinezza difficile… Il padre Edoardo, l’erede dell’impero muore a 42 anni prima ancora di cominciare a condurre l’azienda… Il padre non si fida! Nel 1935 Edoardo era a bordo dell’ idrovolante di famiglia e durante un ammaraggio all’idroscalo i galleggianti del velivolo urtarono un tronco vagante sull’acqua… L’aereo si ribaltò ed Edoardo morì, decapitato dall’elica rimasta in movimento… Era venuto meno l’erede dell’ industria e il nonno col tempo si affidò a un amministratore… Gianni allora ha 14 anni e lui e i suoi fratelli si trovano in mezzo alle battaglie legali combattute dal nonno che li vuole sottrarre alla madre e dar loro un’educazione tutta Fiat… Alla fine vincerà la madre ma anche lei muore presto in uno scontro con un camion degli alleati sul finire della seconda guerra mondiale… Lui Gianni, il primogenito non potrà nemmeno mettere piede nell’azienda di famiglia che è dominata da un uomo di fiducia del nonno… Così disse Vittorio Valletta al Delfino nel 1946 “Esistono solo due possibilità: o il presidente della Fiat lo fate voi o lo faccio io», al che il giovane Agnelli rispose mondano e disinvolto: «Ma di certo voi, professore». E sparì per quasi 20 anni in giro per il mondo… Difatti l’erede Edoardo nasce a New York e la figlia Margherita in Svizzera…
Forse quando Gianni Agnelli, ormai per tutti l”Avvocato,” nel 1966 prende in mano le sorti della Fiat non ha nemmeno il tempo per accorgersi che Edoardo, quel bellissimo, esile ragazzino è pieno di fantasie, timidezze, introspezioni… Quando arriva all’Università di Princeton ci va per studiare Lettere Moderne… Sostanzialmente Storia delle Religioni … E il padre comincia a sobbalzare… In Fiat c’è bisogno di qualcuno che sappia di finanza o magari ingegneria o relazioni industriali… Si preoccupa davvero quando Edoardo comincia i viaggi in India… Ci andavano in molti all’epoca, in cerca di spiritualità… dai Beatles ai giovani hippies… E’ quasi una tappa d’obbligo… In seguito Edoardo diventerà di casa dall’Ayatollah Khomeini. E’ entusiasta della rivoluzione religiosa che ha cacciato il laico Sha Reza Pahlavi dall’Iran e si avvicina all’Islam sciita… Non è del tutto certo ma sembra che si converta col nome di Mahdi.Ma nonostante le sue forme ascetiche o forse proprio per questo Edoardo comincia a interessarsi dell’azienda di famiglia… Naturalmente a modo suo… Non concepisce aziende basate esclusivamente sul profitto, approda al principio della solidarietà sociale e finisce in un ibrida posizione di marxismo mistico… Inoltre è sensibile ai temi dell’inquinamento e vorrebbe auto ecologiche. Ma quello che soprattutto colpisce la famiglia è l’accusa pubblica che fa all’azienda di sfruttare l’intera collettività… Il ricorso massiccio alla Cassa Integrazione e gli sconti con gli incentivi alle vendite, forse a qualcuno sfugge, ma vanno sempre a gravare sullo Stato, ormai sotto ricatto… Ne va della pace sociale… Forte è il timore che la Fiat faccia licenziamenti di massa a ogni minima crisi del mercato…
Molti così cominciano a pensare che Edoardo sia matto, ma proprio da quelle parti, a Ivrea, Adriano Olivetti ha costruito un diverso impero su quegli stessi principi che pronunciati da Edoardo sembrano follie… In sé l’esperimento era riuscito… A Ivrea c’erano case e cultura agli operai, partecipazione alla gestione e abbandono dell’alienante catena di montaggio… Solo per l’incapacità dei successori di Adriano andrà in rovina l’impero delle macchine da scrivere e tutto quello che di elettronico venne dopo…
La Fiat comincia a dubitare di avere l’erede… Degli altri due fratelli dell’Avvocato, Umberto già l’affianca in azienda, ma è già troppo in là negli anni per diventare un erede e l’altro Giorgio è morto giovane, senza figli, ricoverato a lungo in una clinica svizzera per schizofrenia… Margherita, è donna e alla Fiat entrano solo gli uomini… Come del resto succedeva negli antichi imperi…
La posizione di Edoardo diventerà insostenibile quando nel 1990 sarà arrestato in Kenia con l’accusa di possesso di eroina… Passerà anche due notti in prigione dritto in piedi perché nell’orribile cella manca anche lo spazio per sedersi. Poi l’accusa si smonta e lui torna in Italia ma dopo pochi mesi viene nuovamente accusato per un giro di droga … Anche stavolta Edoardo è innocente, ma deve ammettere la propria tossicodipendenza…
E’ il 1993 e Giovannino Agnelli il figlio di Umberto è diventato grande… E’ un ragazzo simpatico, allegro e preparato.. E’ ora che entri nel Consiglio di Amministrazione… l’anticamera dell’Impero… Lo zio Gianni esulta, ma è solo per poco… La tragedia irrompe di nuovo quasi senza preavviso … Nel 1997 a soli 33 anni Giovannino muore… una malattia che non gli da via di scampo…L’avvocato ha il viso sempre più tribolato dalle rughe e una bocca amara dove è difficile rintracciare un sorriso… Però ci sono i figli di Margherita… Si chiamano Elkann , ma sostanzialmente John e Lapo sono cresciuti in Fiat dopo averli strappati alla madre… con la quale non parlano da anni..
Dopo la morte di Giovannino, a soli 22 anni John Elkann entra nel Consiglio di Amministrazione .
Edoardo è sempre più in ombra… Ci soffre molto… Vive in una villa di proprietà dei genitori, ma ne occupa solo la portineria… Fa ripensare a Giulia la figlia di Augusto costretta nel suo esilio, in un alloggio di una sola camera…Una fredda mattina di novembre del 2000 Edoardo viene ritrovato morto alla base di un cavalcavia alto più di 70 metri. Sembra si sia gettato dopo aver lasciato l’auto con il motore acceso… L’inchiesta è rapidissima e si chiude in un giorno… E’ suicidio!
Ma dopo qualche tempo cominciano i dubbi… Troppe incongruenze in quella morte… Perché era uscito senza scorta? Perché era vestito a metà con la giacca del pigiama sotto una normale giacca? A che ora è entrato in autostrada? Si dice alle nove del mattino, ma un pastore dice di aver visto il corpo sotto il viadotto alle 8… Come mai una persona che precipita per 70 metri ha ancora le scarpe addosso? Perchè il viso di Edoardo, trovato a faccia in giù non è devastato? A chi dava fastidio Edoardo Agnelli? Qualcuno dice che volevano che rinunciasse ai suoi diritti in Fiat in cambio di un po’ di soldi… E che lui testardamente non avesse accettato… Qualche giorno prima aveva detto a un amico di essere preoccupato… Nel 2008 la televisione manda in onda uno speciale elencando tutti i dubbi e raggruppando testimonianze. Esce anche un libro “Ottanta metri di mistero – La tragica morte di Edoardo Agnelli” Si chiede di riaprire l’inchiesta, ma sembra che nessuno lo voglia fare…Oggi il potere della Fiat in buona parte è in mano all’ AD Sergio Marchionne… Lui lo nega ma forse porterà via la Fiat dall’Italia… Magari un po’ per volta ora che c’è il partner Chrysler… John Elkann è Presidente, ma sembra solo… Suo fratello Lapo un ragazzo estroverso e pieno di fantasia, che curava l’immagine dell’Azienda se ne è dovuto andare dopo essere finito all’ospedale, in coma, per un overdose… L’ambulanza è arrivata appena in tempo nella casa del trans, dove stava quasi per morire…
La figura gentile di Edoardo con la morte sembra aver acquistato spessore… Ne parlano tutti con rispetto… In qualche modo la morte lo ha ricongiunto alla famiglia…
Si dice che a casa dell’Avvocato si mangiasse sempre poco, ma prodotti di qualità vicino alla terra… Erano piemontesi e molto attaccati alle loro tradizioni… Sicuramente ” Il Camoscio alla Piemontese con la polenta” lo conoscevano bene…
CAMOSCIO ALLA PIEMONTESE CON POLENTAINGREDIENTI PER IL CAMOSCIO per 6 persone: spalla o petto di camoscio kg 1, burro grammi 120, farina bianca 30 grammi, 1 bicchiere di aceto bianco di qualità, 1 carota, 2 coste di sedano, 2 cipolle, salvia e rosmarino, 4 cucchiai di olio extra vergine di oliva , 1 bicchiere di brodo di carne di manzo, 1 cucchiaino di zucchero, sale e pepe.
INGREDIENTI PER LA POLENTA per 6 persone: faina gialla bramata cioè a trama grossa grammi 500, acqua 1,750 litri, sale q. b.
PREPARAZIONE DEL CAMOSCIO: tagliate il camoscio in pezzi piuttosto grossi, poi adagiateli in un tegame di terracotta, unite la carota affettata, le coste di sedano a pezzetti, un po’ di salvia, un rametto di rosmarino e l’aceto. Lasciate la carne a macerarsi per 24 ore e anche di più, poi affettate le cipolle e fategli prendere colore in una casseruola sul fuoco in 50 grammi di burro,poi unite la farina impastata con 30 grammi di burro e lasciatela dorare, poi aggiungete il brodo e fate cuocere il tutto per 5 minuti. Mettete una padella sul fuoco con il restante burro e l’olio, poi aggiungete i pezzi di camoscio scolati dalla marinara, asciugati e infarinati. Quando il grasso del camoscio si sarà sciolto togliete la carne e mettetela nel tegame delle cipolle, salate e pepate. Terminate la cottura coprendo il tegame e a fuoco basso per circa due ore.
PREPARAZIONE DELLA POLENTA; in una pentola capoiente portate a ebollizione l’acqua e fatevi cadere un po’ per volta a pioggia la farina mescolando ogni con un cucchiaio di legno affinché non si formino grumi; seguitando a rimestarla fatela cuocere per 50 minuti e non meno perché la polenta poco cotta può far male. A fine cottura riversatela su una spianatora di legno e poi tagliatela a fette abbastanza spesse.
COMPOSIZIONE DEL PIATTO: Distribuite 1 o più fette di polenta sul piatto di ciascun commensale, sistemateci sopra il camoscio e poi dopo aver passato al setaccio il sugo di cottura versatelo sulla carne.