Piazza dei Cinquecento. Situazione al di là della realtà di fronte alla seconda più grande stazione ferroviaria d'Europa
E c'è di peggio: di questo problema, semplicemente, non si parla. Ne parliamo solo noi (e le minacce della camorretta bancarellara non si fanno attendere) e basta. Al massimo si parla del commercio ambulante – rivoltante anche lui, intendiamoci – che sta davanti ai monumenti. Su quello c'è dibattito e qualche provvedimento – solo nazionale, perché il Comune non osa – per ora poco efficace. Ma sull'immondizia del resto del commercio ambulante niente. I nostri figli e i nostri nipoti saranno condannati a vedere la città ridotta in questo modo? Ci sono speranze che queste licenze vengano forzosamente riconvertite in altro (pensate che i mercati rionali sono vuoti, con migliaia di posteggi liberi) o liquidate? Esiste una normativa che permetta ad un Comune lucido e con la voglia di pianificare il suo futuro di liberarsi di questa porcheria che non esiste da nessuna altra parte del mondo Nordafrica e Medioriente compreso? L'attuale assessore al commercio Marta Leonori ha idee e visioni in merito? Vogliamo continuare a vedere bancarelle che proliferano e fanno affari d'oro proprio sulle spalle dei negozi loro dirimpettai che chiudono a causa di tasse, adempimenti, utenze, affitto e visibilità oscurata dalle bancarelle stesse? Vogliamo che le nostre strade abbiano ben presto – come in alcune sta accadendo già oggi – tutte le saracinesche abbassate e tutti i marciapiedi invasi da questa forma sottosviluppata di commercio che non ha raffronti in occidente ma che in realtà non ha raffronti in Italia ne al nord, ma neppure al sud? Vogliamo continuare a guardare senza far nulla l'emorragia di posti di lavoro: meno 20mila negli ultimi 5 anni ma in questo articolo di oggi che dà i dati non si fa accenno alla concorrenza sleale del commercio ambulante come potete leggere? Vogliamo continuare ad avere strade pericolose con il costante e concreto pericolo per centinaia di cittadini di fare la fine del socio visto che uscite di sicurezza e vie di fuga (di metropolitane, di grandi centri di aggregazione) sono costantemente occluse dai catafalchi del commercio ambulante?La risposta dei ras del commercio ambulante è sempre la stessa: "noi con sti banchi schifosi ci sfamiamo le nostre famiglie. Toccateci e facciamo scoppiare la guerra civile". La costante minaccia della violenza da una parte (con la tiritera di “noi siamo gente di strada”, della serie “non forzate troppo la mano perché finite male”) e la costante minaccia elettorale, sottaciuta ma sempre presente, dall'altra visto che le numerose famiglie spostano pacchetti di voti che nel gioco squallido delle preferenze del lurido Consiglio Comunale romano fanno sempre comodo per questa o quella parte politica. Famiglie da sfamare? Forse si, ma a fronte di queste decine di famiglie del racket ambulantaro quante decine di migliaia (decine di migliaia!) di famiglie versano in città nella povertà e nella disoccupazione a causa del degrado e della fuga di capitali che le bancarelle comportano? Quanti onesti commercianti tradizionali hanno dovuto chiudere a causa di questo e magari manco se ne sono resi conto? Quanti imprenditori stranieri, quante catene di negozi hanno deciso di non aprire in una città dove neppure una strada, una sola strada, neppure Via Condotti (pensiamo ai caldarrostari che oggi con 36 gradi vengono castagne arrostite nonostante i divieti espliciti con buona pace del Primo Municipio che quest'anno aveva promesso di farli rispettare), è libera da inquinamento visivo, sporcizia, squallore, sciatteria? Sono decine di migliaia di posti di lavoro dilapidati: queste sono le famiglie che dovrebbero scendere in piazza e scatenare la guerra civile, queste sono le famiglie che dovrebbero capire il reale motivo per cui vivono in povertà e in disagio. Ovvio che le bancarelle non siano l'unico motivo, ma sono uno dei motivi e dunque sono un problema da affrontare a differenza di quanto si sta facendo. Sul danno erariale per il Comune (una bancarella incassa anche 2 o 3mila euro al giorno versandone al Comune meno della metà, all'anno! Per non parlare del danno enorme di un negozio che chiude a causa di una bancarella che lo oscura e gli fa concorrenza sleale) poi non ci pronunziamo neppure: ma tanto che problema c'è, basta andare a chiedere leggi speciali al Governo centrale no? Quando invece si potrebbero ricavare centinaia di milioni all'anno sistemando solo questo ambito. Eppure di questo non si parla. Sistematicamente non si parla. Mai. Si parla, giustamente, degli abusivi e dei vu cumprà (oggi parte una task force e quando sentiamo parlare di task force parte subito una risata amara); si parla, giustamente, di bancarelle e camion-bar davanti ai monumenti, ma di tutte le altre migliaia e migliaia di licenze rilasciate truffaldinamente negli anni che stanno radendo al suolo il commercio in questa città e che non esistono in nessuna altra città dell'universo nessuno fa accenno. E se il commercio rionale è in crisi sapete di chi è colpa, secondo il romano-medio? Ma dei centri commerciali ovviamente...Magazine Informazione regionale
Il cancro delle bancarelle. Il problema non sono solo quelle di fronte ai monumenti, ma anche e soprattutto tutte le altre
Creato il 09 giugno 2014 da RomafaschifoPossono interessarti anche questi articoli :
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