Son viva perchè son positiva. Positiva fino a quando non mi torneranno un paio di elettroni.
Battuta, applausi, grazie.
Dicevamo....
Mentre fuori insorgono i preparativi per il Carnevale, la sottoscritta s'è permessa una mezza mattinata di riposo e shopping con la scusa delle analisi al sangue.Che detta così, avrei preferito stare in casa a studiare senza un buco extra sul braccio.
Perciò, dopo circa un mese di sveglia al sorgere del sole, ho riscoperto l'ebrezza dello stare sotto le coperte fino ad ora tarda; le sette del mattino.
Quel tepore, quella morbida consistenza del cuscino, quel braccio intorpidito per averlo tenuto storto per tutta la notte....una pace tale da riuscire a svegliarmi stile ragazza della Nutella "biongiornoallattealcaffèbuongiornoachinonc'e", con stiracchiamento dei bicipidi e sorrisone a 360 gradi...per i primi due secondi.
<<Ah, ecco, sei sveglia! Vestiti che dobbiamo andare e NON FARE COLAZIONE.>>
Chi sei tu? Mio padre o quello di Saw?!
Così, con il vuoto cosmico nello stomaco, son giunta a destinazione vestita alla bene e meglio. Tanto, a quell'ora, chi vuoi che ci sia?
Tutto il paese, con tanto di signora avente in mano una bottiglia da un litro piena di uno strano liquido giallo che subito s'è scoperto NON esser tè (almeno, in quel preciso istante non lo era di certo, ma non si può escludere l'ipotesi che lo fosse stato un paio di giorni prima), anziani felici di tener in mano il vasetto con le loro feci e io che, nell'attesa spasmodica, mi lasciavo andare in lunghi e mirabolanti calcoli statistici cercando di placare i morsi della fame.<<Vediamo, siamo circa quaranta persone, ognuna delle quali espira, con una cadenza regolare circa, un milione di batteri....la stanza ha un volume cubico di 168 metri quindi per la legge dei gas, posta la costante, presa la pressione...mi sto facendo infettare alla grande!>>.
Tra tutti i presenti, un bel bimbetto di sei o sette anni seduto con le gambe penzoloni a pochi centimetri da me.
Rubicondo, sereno...sì, mi ci gioco la testa nel dire che fosse al suo primo appuntamento con l'ago.
"Scappa" ho pensato nella mia testa, "scappa piccolo! Non solo gli aghi sono orribili, ma il dottore non ci da nemmeno un lecca lecca di consolazione!!!" ho continuano ad elucubrare assumendo un'espressione di totale terrore per attirare la sua attenzione.Lui? Lui niente, era troppo preso dal guardarsi intorno.
Osservava minuziosamente tutti gli angoli della stanza, il mobilio, le persone, gli oggetti...tutto.
Con la bocca poco poco aperta a mo' di meraviglia e gli occhietti sgranati per catturare meglio le luci e le ombre proiettate da tutto ciò che lo circondava.
<<Mamma, ma cosa ci facciamo qui?>>
<<Siam venuti qui perchè devi fare delle analisi.>><<E cosa sono?>>
<<Il dottore ti deve prendere un poco di sangue,e da lì vede quello che gli serve.>>
<<E poi cosa se ne fa del mio sangue?>>
<<Non lo so, credo lo butti...>>
<<Ma E' IL MIO SANGUE! COME SI PERMETTE?>>Ah, beata innocenza. Dolce candore della curiosità fanciullesca....
Ma quant'era bello quel periodo in cui tutto, per noi, era nuovo e misterioso? Quant'era bello quando tentavamo invano di darci da soli delle risposte "logiche"?
Non v'erano dogmi, assiomi e leggi. C'era solo la nostra fantasia e la nostra logica.
<<Mamma, perchè quel signore è senza capelli?>>
<<Perchè alcune persone, crescendo, perdono i capelli.>>
<<Come il mio cuginetto?>>
<<Il tuo cuginetto è nato senza capelli, è diverso.>>
<<Meglio, così non li perde quando cresce!>>
<<Guarda che tra qualche mese gli cresceranno...>>
<<Davvero? Allora devo dirgli di non farli crescere o li perderà!>>
Sarà stata la fame, il sonno, il terrore degli aghi...ma ascoltando tali discussioni ho subito pensato "vorrei un figlio così, un giorno".
<<Mamma, ma cosa sono quelle cose sulla libreria dietro quel signore?>>
<<Non si indica...comunque non lo so.>>A questo "non lo so", sia io che il bambino siam rimasti basiti. Il piccolo non poteva risolvere il suo dilemma e io non sapevo di che stessero parlando fino a quando non ho fatto partire una linea immaginaria dalla punta del suo ditino alla citata libreria.
Ecco, appena ho visto gli "oggetti del mistero" non ho potuto far altro che sorridere; era vetreria da laboratorio, la mia quotidianità!
"Forza piccolo, sentiamo cosa pensi che siano!" ho detto in un discorso immaginario tra me e la sua fervida mente.
Cinque, sei, sette minuti. Niente. Il bambino era lì, con lo sguardo fisso sui matracci e le burette, mantenendo un religioso silenzio mentre la madre agguantava una rivista di gossip finalmente lasciata incustodita.
"Ora gli dico cosa sono! Gli spiego che servono a inventare pozioni magiche, a colorare i liquidi e a trasformare le persone in mostri!" ho continuato a pensare tra me, me, me e la doppia personalità del mio alter ego.
<<Ho capito.>>
Deo gratia, il bambino ha trovato la soluzione!
<<So cosa sono!>>
Parla piccolo, parla!
<<Quella lì, quella bottiglia con la pancia, serve per conservare i geni della lampada quando hanno la lampada dal meccanico! E quella cosa lunga lunga è una cannuccia per bere da bicchieri enormi!>>
Quanto avrei voluto alzarmi e abbracciarlo! Signori miei, ma un bambino così non è meraviglioso?
<<Mamma, mi hai sentito?>>
<<Sì tesoro, ma ora smettila che ci stan guardando. Fai il bravo.>>
Fai il bravo?! Fai il bravo?? Questo bambino ha un'immaginazione eccezionale, è seduto in una sala d'aspetto di un laboratorio d'analisi circondato da vecchi scatarranti e adulti annoiati dalla vita, non ha alcun videogioco o giocattolo che lo distragga...e gli chiedi di fare il bravo? Di tacere per non far "brutta figura"?
Un bambino così, con una fantasia simile, dev'essere trattato come un tesoro prezioso. E' un tesoro prezioso.
I bambini oggi curiosi sono i geni di domani perchè sono la curiosità e la fantasia gli ingranaggi della scoperta.
Se il primo uomo non avesse osservato con curiosità il sorgere e tramontare del sole, Galileo non avrebbe potuto postulare l'eliocentrismo del nostro sistema.
Se Democrito non avesse immaginato l'esistenza di qualcosa che, nel suo microscopico, desse vita al macroscopico, noi non parleremmo di atomi, elettroni, protoni, quark e compagnia bella.
Insomma, menti così curiose vanno nutrite ed assecondate.
Non si può chiedere loro di non porre domande nè di darsi risposte più o meno logiche perchè se non possono sfogarsi così, un giorno non avranno il desiderio di documentarsi, di studiare e di apprendere, ritrovandosi successivamente a dover postare i loro dubbi su Yahoo Answers.
O, peggio ancora, ad attendere spasmodicamente l'iscrizione all'università solo per poter trovare una risposta a quelle domande a cui nessun adulto ha mai voluto prestare orecchio.
Come quella bambina che, tanti anni fa, lasciò sbigottita tutta la famiglia riunitasi al pranzo domenicale solo perchè domandò, dopo attenta analisi del suo bicchiere di Coca Cola...
<<Ma se io bevo la Coca che è marrone, perchè la mia pipì è gialla? Cioè, anche per la cacca.... se mangio il gelato alla fragola che è rosa, la cacca mi esce sempre marrone! Perchè non faccio la cacca rosa?>>.
Qualche teoria me la son fatta, ma non credo di aver trovato ancora la giusta risposta.