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“Il cane di terracotta”, romanzo poliziesco di Andrea Camilleri – recensione di Rosario Tomarchio

Creato il 25 maggio 2013 da Alessiamocci

Il cane di terracotta scritto da Andrea Camilleri e pubblicato nel 1996 da Sellerio editore e proposto per la tv nel 2000.

 

“Il cane di terracotta”, romanzo poliziesco di Andrea Camilleri  – recensione di Rosario TomarchioÈ  un romanzo poliziesco della serie del Commissario Montalbano composto da venticinque capitoli più la nota dell’autore. Il romanzo si presta a essere diviso in due parti: nella prima parte per così si può identificare è abituale nel senso che Camilleri ci ha abituati a intrecciare due fatti di cronica che tendenzialmente si presentano separati e finiscono per poi intrecciarsi tra di loro.

In questa prima parte gli elementi fondamentali sono due l’arresto di Tano e un curioso furto a un supermercato, questi due punti iniziali in questa prima fase del racconto producono tre omicidi, un conflitto a fuoco dove resta ferito lo stesso Montalbano e un’indagine su un carico di armi nascosti in una grotta.

La seconda parte del romanzo ha come scenario la grotta che nella prima parte aveva contenuto armi, qui vengono ritrovati due scheletri di due giovani amanti uccisi più di cinquantenni fa, un curioso cane di terracotta e delle monete. Questa seconda parte si differenzia dalla prima e di tutte gli altri perché è un indagine casalinga come dice lo stesso Camilleri in pantofole e a seguirlo non ci sono i sui fidati uomini del commissariato ma una compagnia di vecchietti.

Qui Camilleri riprende la storia dei Sette Dormienti e la inserisce maestosamente nel suo racconto dei giovani amanti ritrovati nella grotta con il cane posto lì di guardia al sonno degli amanti, la scena si ricompone con le monete che dovevano essere secondo la leggenda al risveglio dei Dormienti.

L’idea di scrivere questa storia m’è venuta mentre, per cortesia verso due allievi registi egiziani, studiavamo in classe La gente della caverna di Taufik al – HaKim. Trovo giusto perciò dedicarlo a tutti i miei allievi dell’Accademia nazionale d’arte drammatica  Silvio d’Amico, dove insegno regia da oltre ventitré anni”.

“Il cane di terracotta”, romanzo poliziesco di Andrea Camilleri  – recensione di Rosario TomarchioAndrea Camilleri nasce nel 1925 a Porto Empedocle e dagli anni quaranta in poi si stabilisce a Roma.  L’esordio come scrittore avviene nel  1978 esordisce nella narrativa con Il corso delle cose, scritto dieci anni prima e pubblicato da un editore a pagamento con l’impegno di citare l’editore stesso nei titoli dello sceneggiato TV tratto dal libro, La mano sugli occhi: è un insuccesso.

Nel 1980, pubblica con Garzanti Un filo di fumo, primo di una serie di romanzi ambientati nell’immaginaria cittadina siciliana di Vigata a cavallo fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Grazie a quest’ultima opera Camilleri riceve il suo primo premio letterario a Gela. Nel 1992 riprende a scrivere dopo dodici anni di pausa e pubblica La stagione della caccia presso Sellerio Editore.

Camilleri diventa un autore di grande successo e i suoi libri, ristampati più volte, vendono mediamente intorno alle 60 000 copie, anche se non tutti trovano il consenso unanime della critica che lo accusa di essere a volte ripetitivo.

Nel 1994 pubblica La forma dell’acqua, primo romanzo poliziesco con il Commissario Montalbano e da lì a oggi una lunga serie di successi che  lo renderanno famoso in tutto il mondo.

 

Written by Rosario Tomarchio

 


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