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Il cane etico di Marc Bekoff

Da Debora79

Il professor Marc Bekoff è un famoso etologo e biologo evoluzionista, professore emerito all’Università del Colorado, che sostiene da anni la tesi che gli animali siano dotati di emozioni, tesi sempre più suffragata da prove scientifiche. Avremo il piacere di ospitarlo in un seminario, per la prima volta a Roma ad Aprile del prossimo anno.

Vi propongo la traduzione di uno dei suoi articoli più famosi: “Il cane etico” (articolo originale: The Ethical Dog), nel quale il professor Bekoff ricerca nel comportamento di gioco degli animali, le radici della moralità umana, mostrandoci come i nostri amici a quattro zampe abbiamo probabilmente conservato più di noi quei comportamenti sociali che garantiscono nel modo migliore la sopravvivenza della specie. I primi gruppi di ominidi avevano presumibilmente dei comportamenti simili, che sono andati in parte perduti con la nostra “evoluzione”.

Grazie a Fabrizio Giammatteo che ha curato la traduzione dell’articolo.

Il cane etico

Marc Bekoff e Jessica Pierce

Coyote
Ogni proprietario di cane sa che il proprio animale può imparare le regole della casa e, quando ne vìola una, il suo atteggiamento remissivo e umiliato è generalmente sufficiente ad ingraziarsi il proprietario e assicurargli un rapido perdono

Ma poche persone si sono fermate a domandarsi perché i cani hanno questo acuto senso di cosa sia giusto e di cosa sia sbagliato. Scimpanzé ed altri primati generalmente sono alla ribalta nei notiziari quando gli scienziati, chiaramente più attenti a guardare i nostri parenti più prossimi per tratti simili ai nostri, scoprono prove del loro istinto per l’onestà. Ma il nostro lavoro suggerisce che società di canidi selvaggi potrebbero essere anche più simili ai primi gruppi di ominidi e quando studiamo i cani, i lupi e i coyote, scopriamo comportamenti che suggeriscono una connessione con le radici della moralità umana.

La moralità, così come la definiamo nel nostro libro “Wild Justice”, è un insieme di comportamenti correlati che riguardano gli altri, che coltivano e regolano le interazioni sociali. Questi comportamenti che comprendono: l’altruismo, la tolleranza, il perdono, la reciprocità e l’onestà, sono chiaramente evidenti nel modo egualitario con cui lupi e coyote giocano tra loro. I canidi (animali della famiglia dei cani) seguono un codice di condotta ben preciso quando giocano, che insegna ai cuccioli le regole dell’interazione sociale che permettono alle loro società di funzionare correttamente. Il gioco costruisce inoltre relazioni di fiducia tra i membri del branco, che permettono la divisione del lavoro, gerarchie di dominanza e cooperazione nella caccia, la crescita dei piccoli e la difesa di cibo e territorio. Poiché questa organizzazione ricorda da vicino quelle delle prime aggregazioni umane (così come gli antropologi ed altri esperti ritengono che siano esistite), studiare i canidi che giocano potrebbe offrire uno scorcio del codice morale che permise alle società dei nostri antenati di crescere e prosperare.

Giocare secondo le regole

Quando i canidi e gli altri animali giocano, usano azioni come vigorosi morsi, si montano e si colpiscono in uno modo che potrebbe facilmente essere male interpretato dai partecipanti. Anni di minuziose analisi video di uno di noi (Bekoff) e dei suoi studenti mostrano, tuttavia, che che gli individui negoziano con cura il gioco, seguendo quattro regole generali che impediscono al gioco di degenerare in una lotta.

  1. Comunicare chiaramente. Gli animali annunciano che vogliono giocare e non combattere o accoppiarsi. I canidi usano un inchino per sollecitare il gioco, accovacciandosi sugli arti anteriori mentre tengono distese le zampe posteriori. Questi inchini sono usati quasi esclusivamente durante il gioco e sono fortemente stereotipizzati, in modo da essere sempre uguali, cosicché il messaggio “Vieni a giocare con me” o “Voglio ancora giocare” sia chiaro. Perfino quando un individuo esegue un inchino di gioco con apparenti comportamenti aggressivi, come mostrare i denti, ringhiare o mordere, i suoi compagni mostrano sottomissione o li evitano solo il 15% delle volte, il che suggerisce che hanno fiducia nel messaggio dell’inchino, e che, qualunque cosa accadrà, sarà con lo scopo di giocare. La fiducia nella comunicazione onesta tra individui è vitale per il funzionamento corretto del gruppo sociale.

  2. Fare attenzione ai propri modi. Gli animali tengono in considerazione le capacità di gioco dei loro partner e si impegnano ad auto penalizzarsi e scambiarsi i ruoli in modo da mantenersi su un piano di parità. Per esempio una femmina di coyote potrebbe non mordere una compagna di gioco con la massima forza, in modo da penalizzare se stessa e mantenere le cose su piano di correttezza. Un membro dominante del branco potrebbe giocare un ruolo inverso, rigirandosi sulla schiena (un segno di sottomissione che non mostrerebbe mai durante una reale aggressione) per permettere ai suoi compagni di gioco di rango inferiore di avere la loro occasione per “vincere”. Anche i bambini mostrano comportamenti del genere quando giocano, per esempio scambiandosi i ruoli del più forte in un finto match di wrestling. [Per maggiori informazioni sul gioco nei bambini, potete leggere “The Serious Need for Play” di Melinda Wenner, pubblicato su Scientific American Mind, Febbraio/Marzo 2009]. Mantenendo le cose in modo corretto con questi comportamenti, ogni membro del gruppo può giocare con gli altri, costruendo dei legami che mantengono il branco coeso e forte.

  3. Ammettere di aver sbagliato. Anche quando ognuno vuole mantenere le cose su un piano di correttezza, qualche volta il gioco può sfuggire di mano. Quando un animale si comporta male o, accidentalmente, fa male al suo compagno di gioco, chiede scusa, proprio come farebbe un essere umano. Dopo un morso intenso, un inchino manda il messaggio “Scusa se ti ho morso troppo forte, questo è sempre un gioco, nonostante quello che ho appena fatto. Non andar via, cercherò di essere corretto”. Affinché il gioco possa durare l’altro deve perdonare colui che ha sbagliato. E il perdono avviene praticamente sempre; la comprensione e la tolleranza sono usuali sia nel gioco che nella vita quotidiana del branco.

  4. Essere onesti. Una offerta di scusa, come l’invito a giocare, deve essere sincero, quelli che continuano a giocare in modo scorretto o inviano segnali disonesti, verranno presto allontanati. Questa è una conseguenza molto peggiore che una semplice riduzione del tempo di gioco, per esempio, la ricerca a lungo termine condotta sul campo da Bekoff mostra che i giovani coyote che non giocano correttamente spesso finiscono per lasciare il branco ed hanno probabilità quattro volte superiori di morire, rispetto a quelli che rimangono insieme. Violare le regole sociali, stabilite durante il gioco, non è una buona strategia per trasmettere i propri geni.

Il gioco corretto quindi può essere inquadrato come un adattamento evolutivo che consente agli individui di creare e mantenere legami sociali. I canidi, come gli umani, formano un’intricata rete di relazioni sociali e vivono secondo le regole di condotta che mantengono stabile la società, stabilità necessaria per assicurare la sopravvivenza di ogni individuo. Le regole basilari della correttezza guidano il gioco sociale e regole simili sono alla base della correttezza tra adulti. Questa intelligenza morale, così evidente sia nei canidi selvatici che nei cani domestici, probabilmente ricorda da vicino quella dei nostri antenati umani. E potrebbe essere stato stato proprio questo senso del giusto e dello sbagliato che ha permesso alle prime società umane di prosperare e diffondersi in tutto il mondo.


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