
L’obiettivo EF Canon 40mm f/2.8 STM si presenta come il più piccolo obiettivo mai realizzato dall’azienda nipponica, ma è in grado di sfornare sorprendenti fotografie estremamente nitide anche alla massima apertura, con distorsioni focali quasi inifluenti e aberrazioni cromatiche che praticamente giocano a nascondino.
Il laboratorio di DxOMark ha recentemente analizzato la lente sotto diverse prove, valutando l’ottica fissa in tutti gli aspetti tecnici che noi spesso valutiamo ad occhio nudo.

Il “pancake” ottiene un punteggio complessivo pari a 26 che lo classifica come il miglior obiettivo fisso Canon se consideriamo la fascia tra i 35mm e gli 70mm:

Avendo testato le lente su una 5D Mark II – che ha un sensore da 21 megapixel – il 40mm ottiene un ottimo punteggio di 15P-Mpix (Perceptual Megapixel, megapixel percepiti) nella nitidezza che si è rivelata molto buona anche fino a f/11.
Altri punti di forza di questo obiettivo sono la bassa distorsione e la ben gestita aberrazione cromatica che è pari a soli 10 µm (micrometri).
In termini di nitidezza, il 50mm f/1.4 USM e il 50mm f/1.8 II hanno ottenuto più o meno lo stesso punteggio del 40mm, ma in particolare, a f/2.8, le prime due lenti, risultano leggermente più nitide nella zona centrale:

L’unico aspetto, invece, dove il 40mm perde un pò di punti, è la perdita di luminosità ai bordi (vignettatura), che può essere trascurabile se si decide di andare correggere l’immagine – per esempio – con i profili automatici di Lightroom relativi alla lente utilizzata. Tuttavia, in casi particolari, questa correzione potrebbe portare all’aumento del rumore nelle zone recuperate.
Anche qui, confrontando con il 50mm f/1.4 e con il cinquantino, vediamo quanto siano molto evidenti le differenze di vignettatura:
