Il canone Rai in bolletta

 Il canone Rai è forse la più odiosa tra tutte le imposte, e forse quella sulla quale si è scatenata la migliore fantasia dei contribuenti per arrivare a non pagare un tributo. Perché tanta repulsione? Perché, penso, la televisione occupa tanta parte delle nostre serate, è un elemento costantemente sotto i nostri occhi e quindi sotto il nostro giudizio, e si pretende (giustamente) che i programmi Rai (anche se tecnicamente il canone è legato al possesso di un apparecchio televisivo) dimostrino un livello di qualità dignitoso: un obiettivo non sempre, come sappiamo, raggiunto. E le pur legittime critiche, certo, non depongono a favore di una pretesa giustificazione dell'evasione del canone, come una facile chiacchiera da bar vorrebbe suggerire. Da tempo era entrata nel dibattito pubblico la proposta di far entrare il canone Rai nella bolletta elettrica, un modo per superare l'alto livello di evasione, consentendo, così, anche un suo abbassamento. La proposta avanzata ieri da Renzi, non è quindi una novità. Certo, l'idea deve essere affinata, per regolare quelle situazioni in cui, ad esempio, una persona, possedendo più immobili, si troverebbe a pagare più volte il canone per quante bollette riceve; o per escludere dal pagamento quelle persone che non possiedono un televisore (anche se qui si aprirebbe il discorso sul possesso di altri strumenti atti a ricevere i programmi televisivi, come smartphone, computer e affini). Insomma, si tratta di un cantiere aperto e da normare, ma l'idea in sé a me pare positiva. Sulla quale si può essere legittimamente contrari, senza tirare in ballo però, come si è ascoltato tra ieri e oggi (qui), pretese incostituzionalità della proposta. Ci manca solo che qualcuno minacci di ricorrere alla Corte europea dei diritti dell'uomo!