Lo scenario dove va in scena questa bella storia di Sport e coraggio è il bacino di Eton Dorney, Inghilterra. Il contesto, le Olimpiadi di Londra 2012. Due canottieri italiani, Alessio Sartori e Romano Battisti, vogano allo spasimo alla caccia di una medaglia che avrebbe dell’incredibile. Ai 1500 metri, sui duemila previsti, la coppia azzurra è in testa, dietro incalza la Nuova Zelanda in furiosa e costante rimonta, seguita da tutto il gruppone degli avversari che al traguardo sarà poi regolato dall’equipaggio sloveno. Il sogno dell’oro, purtroppo per l’equipaggio italiano, si spegnerà quando alla linea del traguardo mancavano poco più di 250 metri, a favore proprio dei kiwi che coronano la loro risalita con la medaglia più preziosa.
Al traguardo c’ è spazio per la gioia e la commozione, e anche per levarsi qualche sassolino dalla scarpa: bersaglio delle bordate del duo d’argento è il contestatissimo tecnico De Capua, già pubblicamente sfiduciato dal veterano Galtarossa proprio prima della partenza della gara. Alla base della polemica vi sono i metodi utilizzati dall’allenatore, bollato senza mezzi termini come incompetente e arrogante: nei piani di De Capua non c’era spazio per Alessio e Romano, ma i due non si sono arresi e hanno lavorato duro per essere a Londra, con il provvidenziale aiuto del gruppo sportivo Fiamme Gialle, come del resto emerge dalle parole di Sartori, il veterano già medaglia d’oro a Sideny: “Dobbiamo ringraziare la nostra società, le Fiamme Gialle, che ha sempre creduto in noi e ci ha sostenuto. Personalmente, per me, questa medaglia vale più dell’oro di Sydney 2000 e del bronzo di Atene. Mi davano per finito, mi sono tolto qualche sassolino dalle scarpe“. Questo il suo sfogo con la stampa dopo l’arrivo. A lui si è accodato Battisti, esordiente e appassionatosi al canottaggio proprio dopo aver visto in diretta le gesta olimpiche di chi sarebbe poi divenuto il suo compagno d’avventura: “Ci siamo allenati per conto nostro a Sabaudia, ci siamo dovuti sudare la convocazione gradino per gradino e abbiamo dimostrato che il nostro metodo porta alle medaglie”.
Al netto delle polemiche, peraltro più che comprensibili, quella del duo Battisti-Sartori rimane una fra le medaglie più belle conquistate dai nostri a Londra, vuoi perchè del tutto inattesa, vuoi perchè ha tutto il sapore della favola, cose che ogni tanto lo Sport sa ancora raccontare
OA | Alessandro Gennari