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Il canto del cigno - Recensione - PS4

Creato il 24 dicembre 2014 da Intrattenimento

A due anni di distanza dall'uscita su PlayStation 3, il titolo di Giant Sparrow debutta sulle altre console Sony

Il canto del cigno
Quando è stato pubblicato, nell'ottobre del 2012, The Unfinished Swan ha svolto il ruolo di apripista per l'approccio che Sony ha poi deciso di seguire nei confronti delle produzioni indie; un approccio caratterizzato da un supporto completo agli sviluppatori (operato in questo caso da SCE Santa Monica Studio), perché fossero in grado di sfruttare al meglio l'hardware a loro disposizione e concretizzare le proprie idee senza rinunciare a nulla. Seguendo lo stile di un libro di favole per bambini, il gioco racconta la storia di Monroe, un ragazzino rimasto orfano, che una notte nota il quadro del "cigno incompiuto", l'unico ricordo di sua madre, prendere vita e fuggire attraverso una porta misteriosa. Afferrato istintivamente il pennello accanto al dipinto, Monroe decide di seguire il cigno e si ritrova proiettato in un mondo misterioso, privo di colori che non siano il bianco, tanto da rendere impossibile percepire i contorni degli oggetti. In questo scenario bizzarro, che ben presto si rivela essere un regno abbandonato a causa delle strambe idee del suo sovrano, il protagonista dovrà cercare di ritrovare il suo cigno e scoprire cosa lo ha portato lì.

Il pennello magico

Al di là della narrazione, impreziosita da un buon doppiaggio in italiano nella versione nostrana, i punti di forza di The Unfinished Swan risiedono nella sua capacità di mischiare le carte di capitolo in capitolo, proponendoci un'esperienza che cambia varie volte nel corso della campagna, alternando enigmi differenti.

Il canto del cigno
Si parte, come detto, con il bianco assoluto dei primi livelli, a cui bisogna conferire una forma agitando il pennello carico di inchiostro nero. Dopo un tuffo inaspettato, la situazione cambia nel secondo stage, con il pennello che spruzza semplice acqua, causando dunque una valorizzazione dei contorni solo temporanea. Subito dopo, però, tutto acquista un senso nuovo, quando ci si imbatte in rampicanti magici che crescono a dismisura laddove innaffiati, consentendoci di arrampicarci sui muri e raggiungere zone che credevamo inaccessibili. Fra dispositivi da attivare, porte da aprire, palloncini da raccogliere (utili per acquistare alcuni potenziamenti) e le immancabili piattaforme su cui saltare, tutto rigorosamente in prima persona, il gioco passa quindi a puzzle più dinamici, in cui bisogna muoversi seguendo delle fonti di luce per evitare di rimanere al buio, in balia di misteriose creature della notte. Il culmine lo si raggiunge però nelle fasi finali, quando Monroe diventa capace di costruire forme geometriche tridimensionali per barcamenarsi fra un ostacolo e l'altro, fino a raggiungere la destinazione finale del suo viaggio e scoprire la verità su sua madre e sul cigno incompiuto. The Unfinished Swan - Trailer delle versioni PlayStation 4 e PlayStation Vita
Il canto del cigno - Recensione - PS4
The Unfinished Swan - Trailer delle versioni PlayStation 4 e PlayStation Vita

twittalo! The Unfinished Swan è un'avventura ispirata, toccante, dai tratti fiabeschi, breve ma significativa

Un atto dovuto

Fra le produzioni indie più brillanti per PlayStation 3, The Unfinished Swan approda su PlayStation 4 e PlayStation Vita come un atto dovuto, per far conoscere anche ai nuovi utenti l'incredibile storia di Monroe e del suo cigno.

Il canto del cigno
Il canto del cigno
Il gioco supporta il cross-buy, il che significa che chi già possedeva la versione originale potrà scaricarlo gratuitamente sulle altre piattaforme Sony, oppure acquistarlo adesso al prezzo di 12,99 euro. Le differenze rispetto alla prima edizione sono non soltanto estetiche, ma anche pratiche. In primo luogo, su PlayStation 4 la grafica gira a 1080p e sessanta frame al secondo, chiaramente senza mai un'incertezza, consegnandoci dunque un'esperienza ancora più suggestiva e dettagliata; sebbene alla fine i numeri contino poco rispetto alla cifra artistica della produzione, capace di offrire panorami davvero splendidi e scorci di grande originalità visiva. In secondo luogo, i controlli sono stavolta deputati al solo DualShock 4, laddove su PlayStation 3 era possibile utilizzare anche il controller Move: una scelta che predilige la precisione ed elimina le incertezze in cui talvolta si incorreva ricorrendo ai dispositivi per la rilevazione di movimento. Infine, alcune sequenze di gioco sono state ottimizzate sul fronte del gameplay, in particolare le meccaniche che caratterizzano il secondo capitolo, ma anche le fasi di "scalata" sui rampicanti.

Pro

  • Sa ancora sorprendere e ammaliare
  • Ancora più consistente nei controlli e nel comparto tecnico
  • Ha stile da vendere e tante idee interessanti

Contro

  • Indubbiamente breve
  • Facilotto

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