Torben Guldberg, danese, è nato nel 1975. Ha studiato recitazione presso il teatro di Aarhus, dove dal 1998 ha fatto l’attore. Tesi sull’esistenza dell’amore, il suo esordio letterario pubblicato da Longanesi nel 2009, lo ha segnalato subito tra gli astri nascenti della letteratura scandinava, conquistando il pubblico grazie al passaparola dei lettori e al plauso unanime della stampa danese, richiamando l’interesse di molti editori stranieri.
Sito: www.torbenguldberg.dk
Titolo: Il canto dell’immortale
Autore: Torben Guldberg (Traduttore: B. Berni)
Serie: //
Edito da: Longanesi (Collana: La Gaja Scienza)
Prezzo: 19,90 €
Genere: Storico, Narrativa
Pagine: 419 p.
Voto:
Trama: Dall’anno Mille al 1400, lungo cinque secoli densi di avvenimenti per l’Europa, si snoda la storia del protagonista e voce narrante di questo romanzo. Dai terrori superstiziosi per l’inizio del nuovo millennio fino all’arte del periodo rinascimentale, passando per le crociate del 1200 e la peste del 1300, l’Immortale intreccia la sua esistenza con quella delle persone comuni, che nel mondo vivono e soffrono cercando un senso alla loro esistenza e al loro soffrire, e canta di guerrieri ed eroi, streghe e cantastorie, nel tentativo continuo di comprendere e spiegare i grandi temi dell’umanità: l’amore e la fede, il mito e la realtà, la morte e la rinascita. Un romanzo che indaga e racconta i più importanti sentimenti umani – quelli che, nella loro inafferrabilità, rimangono sempre identici a loro stessi – con una scrittura ricercata e ricca di immagini, di grande suggestione, che riesce perfettamente a ricreare e illustrare i vari aspetti delle epoche narrate, dalla vita di campagna del Medioevo alle crociate, alla magnificenza dell’arte rinascimentale.
Recensione
di Molly68
Torben Guldberg è un giovane attore/scrittore/saggista danese che aveva già fatto sentire la sua voce qualche tempo fa.
Il tema portante della sua opera è l’amore, che viaggia al fianco delle altre passioni che agitano l’uomo: la fede, il dolore, la morte. Passioni terrene che però sono tutte riconducibili all’ineffabile burattinaio dell’esistenza umana: l’amore, appunto.
Con grande sensibilità e con una struttura ispirata alle grandi saghe nordiche (il romanzo è ricco di suggestioni e immagini potenti che richiamano gli antichi canti e le leggende scandinave), Torben ci presenta il suo Immortale, personaggio affascinante e mutevole che il lettore segue dalla nascita fino alla sua trasformazione prima in guerriero e poi in essere condannato alla vita eterna.
Al suo fianco , passiamo attraverso le superstizioni del Medioevo, la barbarie delle Crociate, la nuova vita del Rinascimento. L’immortale, come un eroe dei miti classici, ci guida tra i secoli.
“Tutti coloro che avevo amato erano morti. Tutti coloro che avevo odiato erano scomparsi”
Condannato a questo destino,conosce un solo modo per essere davvero libero: il canto, le cui parole vengono da lontano, compongono il presente e intessono il futuro.
“Il mare del tempo è grande, ci sono oceani da raccontare”
Pieno di frasi evocative e quasi epiche, il romanzo si dipana in modo originale e piuttosto scorrevole. Si sente che Torben ha una formazione teatrale, soprattutto nella costruzione dei dialoghi che a volte sono lunghe riflessioni simili a monologhi, altre dissertazioni filosofiche volte a suscitare il senso critico del lettore.
Mi è piaciuto il modo in cui l’autore si muove tra storia e leggenda, tra uomini ed eroi, dimostrando originalità ed abilità narrativa.
Il cantore immortale attraversa i secoli e narra di amore, guerra, vendetta, pentimento e perdono, intrecciando la sua esistenza con quella dei comuni mortali che, secolo dopo secolo, passano: la bella Sigrid nell’anno Mille, Hrundir nel Millecento, Raffaello nel Millequattrocento. Il tutto per concludere il suo lungo viaggio approdando nel Nuovo Mondo. “Rinascita: una nuova prospettiva”.
Un libro che parla di passioni e lo fa con la voce che ormai gli autori nordici ci hanno abituato ad ascoltare. Originale, forte e d’impatto. Anche i lettori più scettici, quelli che non amano il genere in cui aleggiano miti e leggende, apprezzeranno di sicuro questo romanzo.
Vi lascio con quello che secondo me è il senso dell’intero libro, parole che, come un’antica canzone, ci dicono dove sta il motore che muove l’intera esistenza umana.
“La mia ultima strofa era stata cantata, ma io ero ancora lì.
Quando il canto d’amore è finito, Tu vivi ancora. Il canto viene intonato di nuovo. Oppure Tu affiori in un nuovo canto, una nuova speranza, un sogno, un desiderio. Tu dimori nella corrente di desideri.
Tu continui a vivere.
Io continuo a vivere.”